La città barocca, nota per il suo centro storico per la bellezza dei suoi giardini e dei suoi viali alberati, è oggi al centro di una polemica che rischia di lasciare un segno indelebile sul suo paesaggio urbano. I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati a rilanciare l’economia italiana e a promuovere la transizione ecologica, secondo l’associazione Mind – Menti Indipendenti, vengono impiegati a Lecce per un progetto di riqualificazione che prevede l’abbattimento di centinaia di alberi secolari.
Una decisione che ha scatenato l’indignazione degli ambientalisti e di numerose associazioni. “È un vero e proprio scempio”, tuona Alberto Siculella, presidente di Mind, Menti Indipendenti. “Stiamo assistendo alla distruzione di un patrimonio naturale inestimabile, sacrificato sull’altare dell’asfalto”.
Un danno ambientale incalcolabile
La perdita di così tante alberature avrà conseguenze pesanti sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Gli alberi, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del microclima urbano, assorbendo l’anidride carbonica, producendo ossigeno e mitigando gli effetti delle ondate di calore. Inoltre, contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria, a ridurre il rumore e a favorire la biodiversità.
“Ogni albero abbattuto è una ferita inferta alla nostra città”, afferma Monica Starace, referente Mind per l’Ambiente. “Stiamo assistendo a una perdita di biodiversità e a un aumento del rischio di allagamenti, poiché le radici degli alberi contribuiscono a trattenere il suolo”.
Il PNRR tra promesse e realtà
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato presentato come un’opportunità unica per rilanciare il Paese e renderlo più sostenibile. Tuttavia, a Lecce, come in altre città italiane, si rischia di disperdere questa grande occasione.
Il PNRR prevede investimenti significativi per la transizione ecologica e la rigenerazione urbana. “Ma a Lecce – dicono da Mind – sembra che si sia preferito puntare su soluzioni obsolete e dannose per l’ambiente”.
Gli esperti sottolineano che esistono alternative più sostenibili alla rimozione degli alberi. È possibile, ad esempio, riprogettare gli spazi urbani in modo da valorizzare il verde esistente e creare nuovi spazi verdi. Inoltre, si possono adottare tecniche di potatura selettiva e di rinforzo delle alberature per garantire la loro stabilità nel lungo periodo.
“La riqualificazione urbana non deve necessariamente significare distruzione”, affermano. “Esistono numerosi esempi di città europee che hanno saputo coniugare sviluppo economico e tutela ambientale”.
La vicenda di Lecce è un campanello d’allarme per tutta Italia. È fondamentale che le istituzioni locali e nazionali si assumano le loro responsabilità e investano in progetti di rigenerazione urbana che siano realmente sostenibili. I cittadini hanno il diritto di vivere in città verdi e vivibili.
“È un vero e proprio scempio”, afferma Alberto Siculella. “Stiamo assistendo alla distruzione di un patrimonio naturale inestimabile”.