La Puglia è già rappresentata ma forse non adeguatamente, o non del tutto. Accanto a Castel del Monte e ad Alberobello ci vorrebbe anche Lecce nel patrimonio dell’umanità. Il barocco leccese e la bellezza di chiese e monumenti ricavati attraverso l’uso sapiente della pietra leccese se lo meritano. Questo è sicuro, peccato che si debba combattere una battaglia per ottenere quel che sembra un dato scontato.
Adesso lo dice anche Alvaro Siza, non era necessario ma fa comodo ascoltare dalla voce di uno dei più grandi architetti del mondo che “Lecce merita il riconoscimento dell’Unesco”. Voce autorevole ma non l’unica e certamente non la prima, basti pensare a quanto proposto da Woitek Pankiewicz e suggerito in modo più o meno aperto da altri.
Del resto, a dare testimonianza di merito ci ha pensato anche il grande papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita apostolica nel 1994 e del fuori programma che volle dedicare ai giovani della diocesi accorsi in piazza Duomo nella speranza di riuscire a vederlo. E il papa si fece vedere nel trionfo del barocco, “in quella architettura che rende più bella la Chiesa”.
Se lo ha detto un Sommo Pontefice Romano allora ci possiamo credere. Lecce se lo merita dicevamo, se lo merita al pari di altre realtà, più belle o meno belle dal punto di vista artistico e architettonico. Patrimonio dell’Umanità, che paroloni. Belli certo, ma solo da un punto di vista nominale perché nei fatti non c’è bisogno di aspettare un riconoscimento sulla carta. La sua battaglia Lecce l’ha già vinta da quando è diventata una delle prime mete del turismo italiano, una capitale senza dubbio, che come tutte le città importanti, meritano di veder celebrata la sua grandezza dalla storia dell’uomo.
