Lecce ricorda il vescovo Ruppi

Nel terzo anniversario della morte la Chiesa di Lecce ricorda l’arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi che guidè² la provincia ecclesiastica salentina dal 1989 al 2009

Il 29 maggio di tre anni fa moriva Cosmo Francesco Ruppi, l’arcivescovo che aveva guidato la diocesi metropolitana di Lecce per più di vent’anni.

Oggi nella Chiesa Cattedrale di Lecce alle ore 19 la comunità dei fedeli, riunita attorno Mons. Domenico d’Ambrosio, ricorda il compianto vescovo Ruppi al quale si legano i ricordi di tanti sacerdoti e tantissimi cittadini che lo hanno conosciuto da vicino.

A parlarne da vivo Cosmo Francesco Ruppi non era uno come tanti, ma un protagonista assoluto della vita ecclesiale, sociale, culturale e anche politica della Puglia. Memorabili resteranno per sempre le sue omelie e i suoi pontificali contro la cattiva amministrazione civica, la cattiva informazione, il disprezzo della povertà.

Mons. Ruppi, presidente della Conferenza episcopale pugliese dal 1999 al 2008, era un uomo di frontiera, un soldato di prima linea; infaticabile oratore, intellettuale fine ed apprezzato, attento alle dinamiche socio-politiche locali e provinciali. Era uno insomma che faceva pesare la sua statura ed era anche un incredibile maestro di comunicazione. Un giornalista e scrittore che non ha risparmiato mai lavoro alla sua macchina da scrivere.

All’arcivescovo Ruppi si deve il periodo di maggior promozione dell’immagine del Salento e di Lecce.

Fu lui l’uomo del Sinodo diocesano celebrato dopo più di cento anni nella diocesi di Lecce, fu lui l’uomo dell’accoglienza ai profughi e agli immigrati, fu lui l’artefice e l’organizzatore della storica visita di un papa a Lecce, il santo Giovanni Paolo II.

Negli anni della sua presenza a Lecce non ci fu leader politico, ministro o ambasciatore che non sia passato dall’episcopio di Piazza Duomo a fargli visita, né vi fu presidente di Regione, di Provincia o sindaco che non tenesse in assoluta considerazione le sue posizioni, i suoi suggerimenti o le sue richieste.

La caratteristica di spiccata emancipazione e di particolare tono estroverso dell’arcivescovo Ruppi gli valsero anche le critiche, talvolta aspre se non addirittura feroci, di parte del mondo della politica e dell’informazione, che ha sempre considerato Ruppi una personalità ingombrante e autoritaria.

Inoltre il suo coinvolgimento in alcune inchieste giudiziarie ne scalfirono la serenità d’animo, soprattutto negli ultimi anni in cui dovette combattere anche con una lunga malattia che lo portò alla morte appena due anni dopo aver lasciato la guida della diocesi leccese per sopraggiunti limiti d’età.

Cosmo Francesco Ruppi morì ad Alberobello, sua città natale, il 29 maggio del 2011. La sua eredità, nella Chiesa di Lecce, è affidata direttamente alla Storia.



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