L’editoriale 2. Nessuno tocchi la Movida, nemmeno Depardieu

Il centro storico non puè² tornare ad essere buio e vuoto. Difesa la Movida leccese che anima le serate delle feste e dei weekend.

Sa di provincialismo la difesa a tutti i costi dell’attore francese. Chi ricorda il centro storico buio e vuoto non ha nostalgia di un silenzio che sapeva tanto di degrado

Chi abita in Piazza di Spagna o in Via Condotti, a Roma, non può pretendere di godere della silenziosa tranquillità di chi abita nella verde periferia. Così come chi vive ai Navigli a Milano o in Via Chiaia a Napoli.
Per fortuna, o purtroppo, il rumore, in alcuni giorni della settimana o in certi periodi dell'anno, è lo scotto che deve pagare chi ha la fortuna di avere la propria abitazione nella zona più esclusiva di una città.

Lecce, a nostro avviso fortunatamente, nell’ultimo decennio è diventata un centro turistico di rilevanza nazionale e, perché no, internazionale. Lo struscio o la cosiddetta movida sono qualcosa che chi ha qualche anno in più dovrebbe avvertire come un benessere per il capoluogo e i suoi cittadini. Sono in tanti a ricordare cos’era il centro storico qualche lustro fa, abbandonato a se stesso, zona off limit per qualsiasi  forma di serena vivibilità.
Si è fatto tanto, tantissimo, con felici interventi urbanistici per restituire la fruibilità del centro storico ai leccesi e ai turisti. E ciò con grande beneficio di chi già possedeva o ha acquistato un’abitazione nel centro di una città che investiva tutta se stessa sul recupero del centro, spesso a discapito di ogni forma di investimento sulle periferie.

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca e bisogna saper convivere non soltanto con le positività di cui si è goduto, ma anche con i risvolti per certi versi fastidiosi.
Sicuramente non è piacevole provare a riposare o a dormire mentre giù per strada c’è l’allegra passeggiata, spesso schiamazzante, di cittadini e turisti; ma come non considerare ciò se non come il risvolto negativo della medaglia che si ha quando, aprendo le finestre, ci si affaccia sulle vie più esclusive di un prestigioso centro urbano, ricco non soltanto di monumenti, ma anche di vitalità sociale e commerciale?

Depardieu a Roma, a Napoli, a Torino, a Milano, a Palermo o, perché no, a Parigi, non si sarebbe lamentato con la stessa veemenza con cui lo ha fatto qui da noi. Ma purtroppo per lui e fortunatamente per noi, Lecce non è una città di provincia in cui alle 19.30 si spengono i semafori, si spengono le luci e tutti vanno a nanna, soprattutto nelle feste o nei weekend.

La movida è un bene sociale da tutelare e da conservare caro per il presente e per il futuro, cercando, ovviamente, di punire chi trasforma il normale chiasso con lo schiamazzo a tutti i costi.
Ma per questo ci sono i Vigili Urbani che hanno il diritto e il dovere di controllare ogni forma di eccesso.

Lecce Capitale d’Europa non può inginocchiarsi dinanzi ai capricci di nessuna star; sarebbe un atteggiamento provinciale che non deve trovare sponda da parte di alcuno.

Bene, però, fa il Sindaco Perrone ad impegnarsi nel cercare sempre un punto di equilibrio, tra tutte le posizioni, anche se al Primo Cittadino va detto che l’equilibrio è un concetto dinamico che muta con il cambiare dei tempi, delle stagioni e delle occasioni.