Legambiente prosegue la battaglia alle trivelle e torna con ‘Una firma per salvare il tuo mare’

I volontari di Legambiente anche oggi saranno sulle spiagge di Porto Cesareo per la raccolta firme utili per poter indire un referendum abrogativo: l’obiettivo è scongiurare una volta per tutte il rischio di vedere installate al largo dei mari del Salento le trivelle petrolifere.

Prosegue il dibattito legato al tema delle trivelle che si vogliono installare al largo dei mari della penisola salentina alla ricerca di petrolio. Da quando si è avuta notizia delle intenzioni di alcune multinazionali di voler procedere alle ricerche in mare, da più fronti si sono levate voci di protesta e di dissenso. Il ‘No’ più forte lo ha da sempre urlato Legambiente che anche oggi torna sulle spiagge di Porto Cesareo per una raccolta di firme popolare.
 
‘Una firma per salvare il tuo mare’: è questo il motto lanciato dai volontari di Legambiente che saranno impegnati insieme all’Amministrazione Comunale, per la richiesta di preservare un mare cristallino e non rovinato dalle prospezioni prima, e dalle trivelle poi.
 
Sono questi, infatti, gli ultimi giorni di raccolta per poter raggiungere le 500milafirme richieste dalla legge per poter indire il referendum abrogativo: Legambiente annuncia che è pronta a battagliare in ogni sede per rimarcare, ancora una volta, la propria disapprovazione alla ricerca di petrolio in mare Ionio e Adriatico.
 
‘Chiediamo un piccolo sforzo gratuito a quanti, cittadini e turisti, raggiungono Porto Cesareo per potersi immergere in acque ancora trasparenti e cristalline – dichiara Luigi Massimiliano Aquaro, presidente di Legambiente Porto Cesareo – una firma, non costa nulla ma potrà contribuire al raggiungimento di quel prezioso traguardo per la richiesta di un referendum abrogativo delle norme pro trivelle ‘.
 
 Perché ‘no’ alle trivelle? ‘Le riserve certe di petrolio presenti sotto i mari italiani sono assolutamente insufficienti a dare un contributo energetico rilevante al nostro Paese, ma a fronte di questi quantitativi irrisori di greggio – che basterebbero a soddisfare il fabbisogno energetico italiano per appena 8 settimane – si stanno ipotecando circa 130mila kmq di aree marine – conclude Aquaro – proprio per questo, contenti per la presa di posizione della nostra Regione, ci sentiamo ancora più motivati a continuare nella raccolta delle firme certi che anche i cittadini sapranno, ancora una volta, rispondere all’appello lanciato ‘.



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