Il solito pretesto per sfogare rabbia e frustrazione, per esternare la propria furia cieca e la volontà di distruzione. Chiamateli come volete, ma questi “Signori” che hanno scambiato il salotto di Roma, culla millenaria della civiltà, in un campo di battaglia dovranno ripagare tutto. E se non c’è nessuno in Olanda che vorrà pagare per loro allora che paghino essi stessi.
Passi che abbiamo fatto una brutta figura, passi che a volte siamo un Paese impreparato a fronteggiare atti di guerriglia urbana, ma non può passare il danno subito da opere d’arte che sono patrimonio dell’intera umanità. Ecco perché l’Italia, il Governo Renzi, la Lega Calcio e tutte le persone dotate di buon senso e buona volontà devono chiedere e pretendere punizioni esemplari, salvo impedire d’ora in avanti le trasferte di qualsivoglia tifoso proveniente dal paese dei tulipani. Non basta chiedere semplicemente «scusa», quando le mura esterne della casa che ospitò il poeta inglese John Keats sono state scambiate per una toilette a cielo aperto.
Nel day after, non si parla d’altro. E come poteva essere d’altronde il risveglio della Capitale, devastata nel cuore e nell’immagine, quell’immagine che solo qualche tempo fa era stata grazie al film di Sorrentino «la grande bellezza». Una Capitale che è costretta a leccarsi le ferite, mentre l’Italia intera, indignata, assiste all’ennesimo scaricabarile. Chi ci restituirà la celebre opera di Pietro e Gian Lorenzo Bernini che come annunciato da Annamaria Cerioni, la responsabile del servizio restauri della Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali, "non tornerà mai più come prima"?
Lo sappiamo fin da ragazzi, come avveniva a scuola, che quando si rompe qualcosa e non si trova il colpevole devono rimediare tutti e quindi anche in questo caso, in questa situazione vergognosa chiederemo e pretenderemo soddisfazione.