Chi dice che i lupi sono stati reintrodotti dall’Uomo è un ignorante. Parola di Luigi Boitani

Mirabile intervento, sul Corriere della Sera, del più grande esperto europeo di lupi, che spiega come funziona la convivenza con l’Uomo. Il lupo è l’animale più evoluto del pianeta e sopravvivrá alla specie umana.

Poveri ignoranti quelli che vanno dicendo in giro che i lupi sono stati riportati dagli uomini. Non sanno nulla del lupo e dicono idiozie. Luigi Boitani, massimo esperto in Europa di lupi ci dice tutto quello che dobbiamo sapere, ricordando che la convivenza con il lupo è possibile e priva di pericoli per l’uomo.

Quello che scrivevamo la scorsa settimana su queste colonne lo ribadisce oggi Boitani che risponde alla domanda: “Quindi non sono stati reintrodotti dall’uomo, come si sente dire in giro?” «La più grande idiozia che sia mai stata raccontata. Un lupo giovane arriva a percorrere 1.500 chilometri in un mese».

Come gestire le predazioni e la tutela delle greggi? Basta ridurre il numero dei capi.

«Per difendere le greggi dai lupi serve una particolare zootecnia, fatta di 600 capi al massimo. In Abruzzo si parla di morra: vuol dire 300 pecore, un pastore e tre cani maremmani. Le perdite così si riducono al minimo. Quando il danno diventava intollerabile, d’inverno intervenivano i lupari, che abbattevano qualche esemplare di troppo», continua Boitani sul Corriere.

«Siamo arrivati all’assurdo per cui in Francia, dove i lupi sono appena 600, si sono contate 7.511 predazioni annue, contro le 1.739 dell’Italia, che dopo i Carpazi è il territorio dove si stimano più esemplari. È il risultato della zootecnia moderna. Ma un gregge di 4.000 pecore non lo difendi neppure con 50 cani».

Come si rileva la presenza dei lupi? «Con le fototrappole e la raccolta di impronte, ciuffi di pelo ed escrementi lungo i sentieri. Tra luglio e settembre anche con gli ululati».

Il lupo ha un habitat che predilige? «No, è l’animale più adattabile e opportunista esistente sulla faccia della terra. Lo si trova ovunque».

E allora mettiamoci l’anima in pace e speriamo che il lupo diventi sempre più protagonista anche nel Salento.

Inboccallupo, viva il lupo.



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