Magliette rosse per dire si alla vita. I medici leccesi sposano l’iniziativa di don Ciotti

Anche Lecce, con i suoi medici in prima linea, veste di rosso per fermare le morti dei migranti in mare. L’iniziativa dell’Ordine dei medici della provincia di Lecce che raccoglie, così, l’invito di Libera

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In queste ore i social sono stati invasi da un mare di magliette rosse. Sono stati tantissimi i politici, gli artisti, gli scrittori, i giornalisti, le associazioni e i singoli cittadini che si sono fatti fotografare con addosso una maglietta rossa, diventata l’indumento simbolo dei bambini morti in mare durante le traversate fatte nel tentativo di raggiungere l’Europa.

Hanno risposto, in questo modo, all’appello di don Luigi Ciotti e di Libera; un’iniziativa contro l’indifferenza e come monito per arginare “l’emorragia di umanità”.

La risposta dai medici di Lecce

Anche Lecce, con i suoi medici in prima linea, veste di rosso. Non si può, infatti, rimanere insensibili di fronte alle tante morti di migranti in mare. Soprattutto di bambini.

All’iniziativa lanciata dal presidente di Libera don Luigi Ciotti, da Legambiente, Arci e Anpi, ha aderito anche l’Ordine dei medici della Provincia di Lecce.

Un gesto di responsabilità e di fraternità, come ha spiegato il presidente di OMCeO Lecce, il dr.Donato De Giorgi, intervistato ieri da Salute Salento davanti alla sede dell’Ordine, in via Nazario Sauro a Lecce.

Le dichiarazioni

De Giorgi ha quindi insistito sul ruolo del medico nelle società a tutte le latitudini: quello di garantire la salute a tutti.

«Non ha più senso stare zitti o girarsi dall’altra parte – ha detto De Giorgi – di fronte a un mare Mediterraneo che anziché luogo di scambio, di pace e di opportunità sta diventando il cimitero delle nostre coscienze. In rappresentanza dei medici della provincia di Lecce – ha aggiunto – credo che sia importante mandare un messaggio forte. Fare il medico – ha precisato il presidente De Giorgi – è sicuramente una grande opportunità e un grande impegno. Ma essere medico – ha puntualizzato – secondo noi è un dovere preciso che deve essere vissuto con orgoglio. Noi pensiamo al valore della vita in assoluto, senza retorica e senza facili buonismi, per riaffermare il valore della vita, soprattutto dei bambini. I medici sono in campo e operano senza distinzione di razza e di credo politico o religioso».

E con riferimento alle condanne che sono state comminate a chi opera per trarre in salvo i migranti ha  aggiunto, « Non è più condannabile chi si prende cura dei migranti. O chi asserisce e afferma che è impossibile girarsi dall’altra parte. Invece – considera con disappunto il presidente De Giorgi – questo soccorritore francese che si era preso cura dei migranti era stato condannato a 4 mesi. Ma viene poi assolto con formula piena, perché il fatto, viceversa, è degno di encomio».

 



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