“Il reparto di malattie infettive del presidio ospedaliero Vito Fazzi di Lecce è in grave carenza di personale ed al limite del collasso ed allo stremo di forze”. È quanto afferma Francesco Perrone, segretario della federazione sindacati dipendenti (Fsi- Usae), rivolgendosi ai massimi dirigenti del Fazzi di Lecce. La seconda ondata pandemica non ha risparmiato il territorio pugliese, non a caso area arancione secondo la gradazione espressa dall’ultimo Dpcm con cui la Puglia è inserita nella fascia intermedia di rischio. L’aumento dei casi da covid-19 ha prodotto, infatti, una maggiore pressione sugli ospedali e un nuovo carico di lavoro sugli operatori sanitari coinvolti. Ma – è questa la critica dei sindacati – a fronte delle nuove incombenze non c’è stato un adeguamento dell’organico, al momento carente soprattutto tra il personale medico, infermieristico e tra gli operatori sociosanitari.
“Il suddetto personale di malattie infettive – scrive Perrone ai dirigenti del Fazzi – pur lavorando con la massima diligenza e professionalità in tali condizioni è ovviamente impossibilitato ad assicurare un’assistenza priva di rischi, in quanto costretto a lavorare tra due piani, per cui il personale medico, infermieristico ed OSS in particolare durante il turno notturno è costretto a fare un tour de force, in una situazione di stress psicofisico insostenibile che mette a rischio i pazienti ed il personale operante, dovuto dall’eccessivo carico di lavoro, tale da ridurre la lucidità nell’attività̀ assistenziale , non in linea con le indicazioni previste per la sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Secondo quanto affermato dal sindacato, l’incremento di organico del reparto di malattie infettive deve prevedere l’inserimento di quattro medici, dieci infermieri e sei operatori sociosanitari, per far fronte alla carenza dovuta sia all’aumento dei ricoveri nelle ultime settimane, sia al trasferimento di pazienti dagli ospedali di Foggia e Bari. “Solo provvedendo con sollecitudine agli incrementi di personale – ha concluso il sindacato rivolgendosi ai dirigenti – si potranno garantire i livelli essenziali di sicurezza e assistenza per fronteggiare la pandemia”.