Maria Cristina e Abbi. Un grande amore sulle tracce di un angelo

Sono i post di Maria Cristina a regalare le sensazioni più forti quando si naviga su internet. Tocca il cuore la ricerca delle tracce di Abbi, suo figlio. E Abbi come ogni angelo lascia i suoi segni. A forma di cuore.

Chi nella vita ha la fortuna di aver provato cosa significhi ricevere il sorriso di un figlio, sa perfettamente che in quel sorriso si nasconde il senso stesso della propria esistenza. Tutto per un genitore comincia in quel sorriso e tutto trova significato lì. Il resto diventa il resto, appunto. L’insignificante rispetto a quell’immagine in cui ci si specchia tutti i giorni. Ecco perché perdere un figlio deve essere il più tragico dei dolori, la più triste delle sofferenze. Sofferenza dinanzi alla quale si può reagire in mille modi, a cominciare dal chiudersi in se stessi, provare a dimenticare, cominciare a ricominciare, pregare o maledire. Tutto è possibile, tutto è giusto, tutto è naturale.

Poi c’è chi, come Maria Cristina, decide invece di non fermarsi, di non chiudere le finestre, ma di aprirle addirittura per condividere con tutti la ricerca delle tracce di un angelo, senza sosta, senza pace.
E come tutti gli angeli, anche Abbi si manifesta. Ed ovviamente per  la sua mamma cerca e trova forme e modi per farle palpitare il cuore e strapparle un sorriso. Ecco a proposito di cuore, è proprio con quella forma che Abbi riesce a trovare gli occhi di Maria Cristina e la sorprende: una goccia di latte sulla tovaglia, un sassolino bianco sul selciato, un petalo di fiore caduto dove altri non ne sono potuti cadere. Tutto rigorosamente a forma di cuore. Credere alla casualità significa non avere cuore, quel cuore che si impone su tutto. Ma Maria Cristina è fantastica nel manifestare il suo pudore, si vergogna a dare senso a cose che qualcuno potrebbe considerare accidentali, casuali. Si schernisce, quasi, temendo il sentimento della pietà, lei che come professionista e come amministratrice è conosciuta nel Salento per la sua caparbietà, per la sua decisione, per la sua rigorosità, per la sua forza. E invece quelle tracce sono tracce. E così in questi anni, e non importa quando il dolore abbia avuto inizio e nemmeno come, in questi anni, dicevamo, Maria Cristina è diventata un po’ la mamma di tutti quelli che su facebook condividono un po’ delle cose della propria vita, il bello e il brutto di una esistenza in una piazza virtuale che a volte è più vera di una piazza fatta di mattoni e di panchine. Ed Alberto il figlio o il fratello che tutti sentiamo come nostro.

«Certe volte, quando vedo figli che con riescono a dialogare con i genitori mi domando come sia possibile. E mi dico che non ha alcun senso. E penso  – così ha scritto Maria Cristina -che sono ricchi ma non lo sanno. Perché non c'è bene più prezioso per un figlio di avere genitori che lo amano e per i genitori avere figli che ricambiano l'amore.»
Si cammina così insieme quando ci si sente comunità, comunità come il nostro Salento dovrebbe essere. Aiutandoci a sostenere i dolori e imparando da chi con la sofferenza sulla propria pelle ha qualcosa da insegnare. E sorridere insieme davanti alle tracce di un angelo che solo chi non ha occhi e cuore per vedere non vede. Grazie Maria Cristina, grazie Abbi!



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