Mediacontact, il sindacato lancia l’allarme per 100 lavoratori: ‘rischiano di perdere diritti e salario’

La Slc Cgil Lecce lancia l’allarme: “Situazione inaccettabile. Non possiamo permettere che i diritti dei lavoratori vengano calpestati”.

Un’ombra si allunga sui diritti dei lavoratori nel Salento. Mediacontact, azienda che gestisce servizi essenziali per enti come il Comune di Lecce, il Miur, la Centrale Rischi (Crif) e aziende di rilievo nazionale come Intesa Sanpaolo, Aruba e Accenture, ha deciso di cambiare il contratto di lavoro per circa 100 dipendenti, sostituendolo con uno meno tutelante.

Cosa significa questo? Meno soldi in busta paga, meno giorni di malattia, meno tutele in caso di licenziamento e un futuro lavorativo sempre più incerto. Tutto questo a causa di un contratto nazionale firmato da sindacati minoritari, che prevede tagli salariali e una riduzione dei diritti conquistati negli anni.

“Quanto sta avvenendo è inaccettabile”, spiega con fermezza Monia Rosato, segretaria generale della Slc Cgil Lecce. “Committenti ed istituzioni devono avvertire l’esigenza di intervenire con urgenza contro operazioni che incoraggiano il dumping salariale e una vera e propria concorrenza sleale con aziende maggiormente rispettose dei diritti dei lavoratori. Come possono i committenti che hanno affidato i loro servizi a queste aziende, accettare che il loro nome possa essere accomunato a queste pratiche di dumping e vero sfruttamento dei lavoratori?”

Un duro colpo per i lavoratori, ma anche per l’intera comunità. Questa scelta aziendale, a detta del sindacato, non è solo un problema per chi lavora in Mediacontact, ma rischia di innescare un pericoloso effetto domino su tutto il territorio. Altre aziende potrebbero seguire l’esempio, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e abbassando gli standard di lavoro in tutto il Salento.

La Slc Cgil Lecce lancia l’allarme: “Siamo di fronte a una situazione inaccettabile. Non possiamo permettere che i diritti dei lavoratori vengano calpestati in questo modo. Chiediamo alle istituzioni e ai committenti pubblici di intervenire con urgenza per fermare questa deriva e tutelare i diritti di chi lavora”.



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