Medici e sanitari del carcere di Lecce a rischio stress. Piccinno (Cisl): “Ricollocare tutto il personale”

Personale a rischio stress da lavoro. I lavoratori della sezione di Medicina e Dsm carceraria chiedono il trasferimento, invano. La denuncia del Coordinatore Provinciale Sanità Cisl Fp, Antonio Piccinno

I lavoratori delle unità operative della sezione Medicina e Dipartimento di salute mentale (Dsm) carceraria della Casa Circondariale di Lecce sono a rischio stress da lavoro correlato. Il fabbisogno è eccessivo e i lavoratori non riescono a garantire a pieno il servizio, attualmente in capo solo alla Asl di Lecce. La denuncia è di Antonio Piccinno, coordinatore provinciale sanità Cisl Fp Lecce, che raccoglie il malcontento dei medici e del personale sanitario impiegato nel penitenziario leccese. In molti hanno avanzato istanze di mobilità, rimaste inevase a causa della mancanza di volontari della stessa azienda sanitaria che li sostituiscano nella struttura. E lo stato d’impasse accresce lo scontento dei sanitari, raccolto dal coordinatore della Cisl.

‘Le condizioni in cui si trovano detti lavoratori – riferisce Piccinno – rischiano di essere progressivamente alterate da una non idonea attività lavorativa in contrasto con le specifiche previste così come in altri contesti cosiddetti normali. Senza alcun dubbio il grado di stress lavorativo accumulato in ambiente a rischio o comunque con restrizioni al limite della condizione di normalità, visto il contesto, non agevola una serena integrazione del lavoratore negli ambienti civili e famigliari, a volte compromessi’’.

Il coordinatore punta il dito sulla scelta di affidare il servizio interamente ai sanitari della Asl di Lecce, non in grado senza alcun supporto di far fronte alle esigenze carcerarie, a detta del sindacalista. A finire in discussione è l’opportunità di mantenere interamente l’organico al momento impiegato nel penitenziario. Ma soprattutto di far gravare l’intero peso delle sezioni carcerarie coinvolte sui medici e sul personale sanitario dell’azienda sanitaria leccese, visto lo stato d’animo contrariato che ha innescato le reazioni di queste ore.
‘Se l’impegno della Asl Lecce risulta essere quello del mantenimento di tale aliquota sanitaria – continua Piccinno – bisognerebbe dapprima verificare le condizioni e la salute dei lavoratori, oltre che quella della normativa e sulle specifiche attuazioni di leggi, regolamenti attuativi e i previsti finanziamenti ove mai riscossi e percepiti dalla Asl per tale impegno a favore della popolazione carceraria’’.

La richiesta è dunque la ricollocazione dell’intero personale attualmente impiegato presso altre strutture aziendali e la sostituzione a rotazione dei sanitari. ‘’Ma anche –chiude il coordinatore Sanità della Cisl – verificare le condizioni che determinano il mantenimento di tale servizio, a parere di chi scrive, non di totale competenza di codesta Asl’’.



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