Canta una canzone e strappa il sorriso ad un’anziana paziente in stato confusionale, è virale il video di un medico del Pronto soccorso

È virale il video di un medico del Pronto Soccorso che ha ‘regalato’ un sorriso ad una paziente cantando una canzone. Il titolo era ‘quella carezza della sera’

Si parla spesso di ‘disinteresse’ da parte dei medici salentini che trattano i pazienti alla stregua di numeri, pensando che professionalità non possa far rima con umanità, ma non sempre è così. A volte dietro un camice bianco che pronuncia frasi incomprensibili e, a volte, dolorose si nasconde tanto cuore. È virale il video di Antonio Marzo, un medico del Pronto Soccorso dell’ospedale di Copertino che ha preferito usare una cura ‘insolita’ per una paziente che si era presentata in ospedale in stato confusionale. È stato lui a raccontare l’accaduto sulla sua pagina Facebook, post condiviso centinaia, migliaia di volte.

“Quella carezza della sera”

«È notte, abbiamo già fatto 4 ricoveri, manca l’ultimo. È di una signora con febbre, disidrata, in anamnesi decadimento cognitivo con amnesia. “Non ricorda neppure come mi chiamo”, sussurra la figlia con sguardo dispiaciuto all’arrivo in ospedale. La teniamo in osservazione prima che salga su in reparto. Per fortuna c’è il posto disponibile. Osserva l’ambiente silenzioso, illuminato, senza proferire parola o lamento. Tende ad addormentarsi, ma crudelmente la risvegliamo per controllarne la vigilanza. Sorride. Non sa a chi, ma sorride». E fin qui è uno solo uno dei tanti ‘racconti’, scritti con dolcezza, delle scene che si susseguono in un Pronto Soccorso. Un via-vai di pazienti, più o meno gravi. Qualcosa di diverso però accade quando il medico comincia ad intonare ad alta voce il ritornello di una canzone di cui non ricorda il titolo. Una, due volte… sempre lo stesso. Fino a quando non sente queste parole «La signora ha intonato la canzone che cantavi tu poco fa». “Non ci credo” risponde incredulo.

«Per verificare – si legge nel post – mi reco nell’ambulatorio e con la scusa di lavarmi le mani, ricanto con voce sommessa il ritornello. L’incredulità si trasforma in realtà, gioia, speranza, passione, convinzione che la medicina è tanto altro, che va oltre la fredda comunicazione di diagnosi, di terapia, di ricovero, di guarigione, di morte. Mi avvicino, mi riguarda con sospetto. La invito a cantare. Accetta. Lo facciamo insieme , è contenta».

Sono bastati pochi istanti. “Non so più se mi manca di più, quella carezza della sera o quella voglia di avventura, voglia di andare via.” Cantava.

«Sono andato alla ricerca del titolo – conclude il medico – Sarà stato un caso ma il titolo della canzone era “La Carezza della Sera“. Che sia di auspicio per aumentare la sensibilità alla umanizzazione delle cure».



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