Medico nega la donazione di sangue ad una coppia gay. Arrivano le scuse di Mellone

La vicenda, per la quale sono dovuti intervenire anche i carabinieri, è avvenuta nell’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina. Il dg della Asl Lecce si è scusato per l’accaduto invitando i due ragazzi a tornare per donare ancora.

Volevano fare un’opera di bene donando il loro sangue come fatto già altre volte in passato, ma si sono visti rispondere picche. Da lì, la polemica e lo sbigottimento della coppia di ragazzi che hanno dovuto chiamare i Carabinieri e far intervenire il loro avvocato per poter adempiere al proprio volere.

“Siete omosessuali, non potete donare il sangue”. È questo, infatti, quanto si è sentito dire una coppia di ragazzi da un medico dell'ospedale Santa Caterina Novella di Galatina. È stato necessario anche l’intervento dei carabinieri per stemperare il clima di grande tensione che si era inevitabilmente venuto a creare nel reparto immuno-trasfusionale, dopo che il personale che ha svolto il colloquio preventivo al prelievo aveva invitato i due, da tempo donatori, a tornare a casa in quanto ritenevano che fossero soggetti a rischio.

“Un'infermiera ha provato anche a dissuaderci dicendo che già in passato il nostro sangue era stato buttato”, ha raccontato Salvatore Antonio Schimera Ceci che insieme al compagno Beniamino Sabetta ha denunciato l’ospedale ai carabinieri. Il responsabile del centro ha provato a giustificare l’accaduto, spiegando che non si è trattato di pregiudizio, bensì di applicazione della legge in vigore. Ma in realtà, dopo l’intervento degli agenti e dell’avvocato dei due ragazzi che hanno consentito il prelievo, l'addetto stesso al prelievo avrebbe detto che non esiste alcuna norma che vieta agli omosessuali di donare il sangue.

La Asl di Lecce si è scusata e ha avviato subito accertamenti per approfondire la questione del sangue buttato. È dovuto intervenire direttamente il direttore generale dell’azienda Sanitaria Locale, Valdo Mellone, infatti, per porgere le scuse ufficiali alla coppia e per invitarli a tornare nel nosocomio salentino: “Si tratta di un ingiustificato e grossolano errore che ha i connotati di una discriminazione espressamente vietata anche dalla nostra Costituzione, ma immagino che il medico abbia agito in buona fede”.



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