Mensa universitaria, gli studenti puntano il dito sulla qualità del cibo. Presto un incontro tra Adisu e Ladisa spa

Gli studenti universitari leccesi, utenti delle mense gestite da Ladisa spa, lamentano una qualità bassa di quanto somministrato. Interpellato l’Adisu, presto un incontro per chiarire e parlare del disagio.

La situazione a Lecce, nelle mense universitarie, non è delle migliori, a detta degli utenti. Ladisa, l’azienda che si occupa del servizio di refezione, opera in tre mense, in Via Adriatica (Residenza Universitaria “Rizzo”), in Via Lombardia (Residenza Universitaria “Corti”) e la terza è collocata al centro del Campus Ecotekne.
 
L’accordo sottoscritto da Ladisa e A.Di.S.U., l’ente regionale che si occupa del diritto allo studio universitario, vale € 6.681.126,78 di cui oltre 18 mila euro per oneri relativi alla sicurezza, mentre la restante parte per il servizio di gestione delle mense.
 
Eppure in questo momento i grandi numeri dell’azienda barese non aiutano, gli universitari leccesi da qualche giorno hanno intrapreso azioni di lamentela e di denuncia verso alcuni dipendenti delle mense e i rappresentanti delle Case dello Studente hanno organizzato delle riunioni con gli inquilini delle residenze per discutere solo ed esclusivamente del problema legato al cibo.

“E’ una mensa universitaria e non un ristorante cinque stelle, ma alcuni giorni troviamo pasta cruda, sintomo che dimostra quanto qui si lavori per la quantità, non per la qualità” dichiarano alcuni di loro. “Tra l’altro abbiamo dei dubbi sulla provenienza del sugo e in senso ampio e generale, del cibo. Giorni fa sui piatti veniva servito del pesce spugnoso. In un primo momento i dipendenti lo servivano come se fosse buono poi, dopo alcune denunce verbali, hanno ritirato tutto. La frutta è spesso ammaccata, ma lasciata lì a contaminare arance o kiwi, i condimenti vengono utilizzati per riproporre sempre le solite pietanze nonostante ci sia un menu da rispettare. Questi sono solo alcuni degli esempi che potremmo fare – continuano –  Non parliamo poi del riciclo del cibo, non solo tra pranzo e cena dello stesso giorno, anche tra cena e pranzo del giorno successivo” operazione comunque vietata dall’articolo 28 del capitolato d’appalto.

Ladisa è una grande azienda da 18 milioni pasti annui, 40 anni d’esperienza nel settore e oltre 600 strutture servite. Il colosso del cibo pugliese, sbarcato in Borsa lo scorso aprile 2016, è presente in tutta Italia grazie ai suoi servizi di ristorazione scolastica, militare, aziendale, sanitaria, per la Terza Età, universitaria e in alcune regioni fornisce pure derrate alimentari.
 
L’azienda è presente in tante regioni italiane, proprio come si può vedere dal sito internet ufficiale (www.ladisaristorazione.it). Inoltre, lo scorso 1 gennaio 2017 la società si è aggiudicata il maxi-appalto del Ministero della Difesa, entrando nelle cucine di 119 caserme in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia. Il valore annuale della commessa è di oltre 30 milioni di euro. E bisogna aggiungere un altro appalto, anche in questo caso molto importante, basti pensare solo alla durata dello stesso lungo ben 18 anni, nelle scuole di Termoli, città in cui Ladisa ci lavora già, occupandosi di una parte della refezione ospedaliera al “San Timoteo”.
 
Come avviene spesso per le aziende che si occupano di refezione – tema molto delicato e sentito – il nome di Ladisa spa è finito nell’occhio del ciclone per la qualità del cibo a Bari. Ricordiamo, i casi di intossicazione alimentare nelle scuole materne con più interventi dell’attuale sindaco del capoluogo regionale Antonio Decaro e le conseguenti rassicurazioni dei responsabili d’azienda.
 
Tornando le Capoluogo salentino, va detto che nonostante gli studenti denuncino una situazione al “limite del sopportabile”, i controlli di A.Di.S.U. e ASL nei tre centri cottura non hanno mai rilevato illiceità. I rappresentanti delle Case dello Studente hanno comunque chiesto un incontro al direttore della sede territoriale A.Di.S.U. Lecce, Antonio Palmiotta, e il responsabile delle residenze e del servizio mensa, Paolo Borelli, constatando la loro disponibilità a risolvere il disagio legato alla refezione. Seguirà una riunione tra A.Di.S.U. e Ladisa e successivamente una seduta con ente, ditta e rappresentanti delle Residenze.
 
di Mattia Chetta