Fallisce Mercatone Uno, stamattina serrande chiuse a sorpresa: 123 famiglie salentine alle prese con la disoccupazione

Il fallimento della Shernon Holding, che 8 mesi fa aveva rilevato Mercatone Uno, è stato dichiarato ieri dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano.

Porte chiuse questa mattina nei 55 punti vendita di Mercatone Uno. Dal Piemonte alla Puglia, sono ben 1.800 i dipendenti che si sono trovati questa mattina senza lavoro. E a subire le conseguenze nel Salento sono 123 famiglie, che da un giorno all’altro dovranno fare i conti con una disoccupazione improvvisa.

È stata la Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano a dichiarare il fallimento della Shernon Holding srl, la società diventata proprietaria di Mercatone Uno lo scorso agosto 2018, rilevando i punti vendita in tutta Italia. Solo 9 mesi di una speranza quanto mai breve per i dipendenti che fino a questa mattina erano appesi ad un filo. Ora per migliaia di lavoratori italiani il dramma si riapre.

Sono molte le domande che sorgono, ma certamente tutte arrivano tardi. C’è da chiedersi se la scelta ricaduta sulla Shernon Holdig srl l’estate scorsa sia stata la migliore e se gli amministratori ministeriali abbiano selezionato la migliore manifestazione di interesse. Ma a soli pochi giorni dalla presentazione del 30 maggio del piano industriale e del super investitore, le 123 famiglie dei dipendenti dei punti vendita di Matino, Surano e San Cesario sono costrette a fare i conti con una situazione drammatica.

Una situazione incerta che si protrae ormai da molto tempo, arrivando a momenti molto tesi, come lo scorso 17 aprile, quando i dipendenti della filiale di San Cesario si sono visti lasciati fuori dalla sede di lavoro. E si erano visti in tale occasione i primi screzi con i sindacati, che avevano denunciato l’assoluta volontà da parte di Shernon di intraprendere corrette relazioni sindacali.

“Ancora una volta la nostra provincia subisce un’insostenibile emorragia di posti di lavoro – dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil – chiediamo alle forze politiche ed istituzionali di mettersi una mano sulla coscienza per arginare il pericolo di diventare una Repubblica fondata sulla cassa integrazione”.



In questo articolo: