Come può una VPN rendere più sicura la tua navigazione online?

Le VPN sfruttano la crittografia per proteggere i dati che generi durante la navigazione tanto dai malintenzionati quanto dalle grandi aziende tecnologiche che raccolgono dati per fini pubblicitari.

Hai mai effettuato una connessione ad internet sfruttando la rete messa a disposizione da una biblioteca o da un bar? Probabilmente, come è normale che sia, non solo lo hai fatto ma hai anche apprezzato molto questo genere di servizi.

In fin dei conti, specie su smartphone, le offerte con i dati non prevedono dei piani tariffari “flat” ed ogni volta bisogna star li a contare il numero di gigabytes rimasti per evitare di incorrere in sanzioni di qualche tipo.

Questo è uno dei motivi che porta l’utilizzatore di smartphone ad approfittare, quando possibile, delle reti pubbliche: in questo modo si può sfruttare gratuitamente la connessione altrui per i propri comodi, magari anche direttamente per lavorare.

C’è una figura lavorativa che fa del suo uso delle reti pubbliche uno dei tratti distintivi. Avete mai sentito parlare di un nomade digitale? Essere un nomade digitale significa spostarsi di continuo potendo lavorare da remoto utilizzando le tecnologie legate al mondo di internet.

 

 

Poiché per viaggiare di continuo è necessario muoversi con la massima comodità i nomadi digitali si portano dietro il minor quantitativo di oggetti possibili e tendono a lavorare da remoto sfruttando le connessioni internet altrui: hotel, appartamenti in affitto, biblioteche, bar, coworking e così via.

Lo strumento che permette a queste figure di lavorare con un alto livello di sicurezza nonostante l’utilizzo di infrastrutture di carattere pubblico (e, specie in Italia, siamo abituati a pensare alle infrastrutture pubbliche come qualcosa di lontano dall’eccellenza) è uno solo: una rete VPN.

Come fa una VPN a rendere la navigazione maggiormente sicura?
Questo le vedremo fra poco.

Da che tipo di minaccia può proteggere una VPN?

In termini di sicurezza quello che una VPN può fare per proteggere l’identità ed i dati del navigante è moltissimo. Le VPN sfruttano la crittografia per proteggere i dati che generi durante la navigazione tanto dai malintenzionati quanto dalle grandi aziende tecnologiche che raccolgono dati per fini pubblicitari. In alcuni casi anche gli enti pubblici nazionali tendono a sfruttare i dati generati dagli utenti per i loro fini.

Quello che una VPN non fa è proteggere un computer o uno smartphone dai rischi derivanti dai cosiddetti malware. Questi infatti sono veri e propri programmi che agiscono all’interno del computer, la VPN invece nasconde la presenza del computer ad occhi esterni oltre a rendere illeggibili i dati prodotti dalla navigazione in caso di intercettazione.

 

 

Perché parliamo di intercettazione?
Perché le reti pubbliche sono il luogo perfetto dove gli hacker possono praticare i cosiddetti attacchi man in the middle. Questi sono una tipologia specifica di attacco informatico dove il malintenzionato si frappone tra il nostro dispositivo e l’internet stesso, catturando qualsiasi tipo di informazione che passa attraverso la rete.

Fortunatamente, come abbiamo visto, le caratteristiche di una VPN servono a nullificare proprio questo genere di rischi.

Come funziona di preciso una VPN?

Dal punto di vista prettamente tecnico una rete virtuale privata funziona grazie alla sinergia tra due elementi: protocolli di comunicazione e algoritmi di crittografia.

Il livello qualitativo della VPN di riferimento si può vedere dalle tipologie di protocolli di comunicazione che impiega. I protocolli VPN sono in grado di cambiare anche di parecchio la velocità e la stabilità della connessione, oltre che a modificare il livello di sicurezza generico.

Questi tre, ad esempio, sono protocolli di comunicazione di qualità che una VPN dovrebbe impiegare se vuole assicurare ai suoi clienti un alto livello di sicurezza:

  • WireGuard
  • SoftEther
  • IKEv2/IPSec

Se invece parliamo di algoritmi di crittografia, per fortuna, solitamente ci troviamo davanti ad algoritmi di tipo AES 256. Sebbene queste parole possano suonare strane alle orecchie di una persona non particolarmente ferrata in informatica è bene sapere che è lo stesso standard impiegato da diversi enti governativi degli Stati Uniti d’America per la sicurezza interna.

La somma di queste cose trasforma ogni tentativo di intercettazione in un buco nell’acqua: anche registrando tutti i dati presenti trasmessi e ricevuti durante la connessione ad internet, i protocolli VPN impedirebbero al malintenzionato di comprendere la vera posizione dell’utente che si è connesso ad internet mentre la crittografia renderebbe questi dati blocchi grezzi di testo illeggibile.

In questo modo si può prevenire l’azione tracciante dei cookies, come si può anche prevenire il targeting aggressivo dei circuiti pubblicitari online che gestiscono gli ads presenti su tutti quanti i siti. Usare una VPN è una maniera piuttosto efficace per riprendersi la sovranità dei propri dati, un qualcosa che sempre più persone dovrebbero tenere a mente quando parliamo di navigazione e di “internet libero”.



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