Mignano: non è un semplice balcone, ma un affaccio segreto sulle strade del Salento

Il mignano non è un semplice balcone, come potrebbe sembrare. È un “punto di osservazione”, un punto di affaccio per vedere senza essere visti.

L’architettura è sempre contestualizzata e in tantissimi casi è lo specchio della società, delle sue credenze, della sua organizzazione. Vedere senza essere visti, soprattutto per le donne, per le antiche matrone, più che un privilegio era una condizione che rispecchiava una vita a cui era data soltanto la dimensione privta ma era preclusa quella pubblica. Passeggiando per tante strade dei nostri centri storici è possibile, così, imbattersi in alcuni balconi particolari, i mignani.

Il mignano non è un semplice balcone, come potrebbe sembrare. È un “punto di osservazione”, un punto di affaccio per vedere senza essere visti. In sostanza, se si entra in quel portone, ci si trova in un atrio e, ai lati di questo, c’è una scala (o due, una per lato), che porta direttamente su una specie di ballatoio che permette di affacciarsi sulla strada.

È un emblema della condizione femminile del tempo. Era disdicevole affacciarsi mostrando il corpo e quindi in questo modo si poteva guardare mantenendo una posizione riservata. A seconda della persona che bussava al portone, se era gradita o no, si poteva decidere di aprire.

Sembrerebbe che il termine “mignano” derivi da “maenianum” che prende il nome dal Censore Gaio Menio, che per primo ebbe l’idea di far sporgere delle travi in occasione di spettacoli, così da permettere la visuale senza essere visti.

Nel Salento ce ne sono tantissimi nei nostri centri storici.

(Nella foto di Lucia C. Antonazzo un mignano nella città di Martano).



In questo articolo: