Migranti e rifugiati faranno da ‘Ciceroni’ al Museo Castromediano. E le guide turistiche?

Il progetto “Musei Accoglienti” trasformerà i Musei civici di Lecce e Brindisi in presidi di comunità. Come? Migranti e rifugiati saranno istruiti per diventare “mediatori”.

Da «cattedrali nel deserto» a «luoghi aperti, di accoglienza». Da tempo, la politica regionale sta lavorando per aprire a tutti i luoghi della cultura, per renderli ‘attraenti’ ai cittadini e ai turisti, per trasformarli in contenitori dove si può studiare in silenzio oppure conversare e confrontarsi, per renderli scrigni in cui trovare opere d’arte, ma anche posti da scoprire. Perché questo accada è indispensabile che i musei non  siano isola, ma radicati nel contesto che li circonda, un contesto che è cambiato negli ultimi anni e che continua a cambiare. A questo mira il progetto “Musei Accoglienti” che trasformerà i Musei civici di Lecce e Brindisi in presidi di comunità. Usando le parole del premio Nobel Ivo Andric: “il punto in cui si incrociano la maggior parte delle necessità umane”.

In cosa consiste?

Cittadini, comunità straniere e turisti saranno parte di un unico grande progetto interculturale che sceglie di fare comunità attorno all’arte e alla cultura. Come, è semplice. Nei prossimi mesi, trenta migranti e rifugiati residenti tra Lecce e Brindisi saranno impegnati – insieme agli operatori culturali dipendenti del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce (capofila) e del Museo Ribezzo di Brindisi, e agli studenti dell’Università del Salento- nella co-progettazione di nuovi percorsi di visita. I partecipanti saranno formati da professionisti del settore, con una metodologia peer to peer, e preparati anche per diventare “mediatori” al patrimonio dei due Musei.

Il fatto che saranno gli stranieri a ‘guidare’ gli stranieri in visita nel Museo del capoluogo barocco ha sollevato un vespaio di polemiche soprattutto vista la condizione delle guide turistiche, in attesa da tempo di una “sistemazione”. Ironico Mario Spagnolo, segretario cittadino della Lega che sulla sua pagina facebook ha commentato il progetto

«Prendiamo atto del nuovo centro di accoglienza “Museo Sigismondo Castromediano“, ops scusate il lapsus, dell’inaugurazione odierna del progetto Musei Accoglienti. Prego tutti di leggere il vero obiettivo di quanto previsto nelle pagine della brochure consegnata all’ingresso del museo. Infatti, quanto scritto non corrisponde assolutamente alle fregnacce elargite con grazia e maestria teatrale dallo sponsor politico di turno. Personalmente ho rivolto una preghiera a Santa Elena ed a Gesù riprodotti magnificamente in pietra leccese e presenti nella sala allestita a mo’ di moschea, affinché possano illuminare le menti di coloro i quali progettano tali amenità senza dare priorità ai nostri giovani laureati in beni culturali che attendono da due anni di espletare l’esame finale per guida turistica pagando in anticipo le tasse d’iscrizione al corso ed i relativi manuali!!» ha scritto Spagnolo ricordando l’odissea che stanno vivendo da anni le guide turistiche in attesa di sostenere l’esame di abilitazione.

Certo, coloro i quali di professione dovrebbero portare a spasso i visitatori nella veste di ciceroni tra le bellezze naturali e architettoniche sono ancora veramente pochi rispetto al numero di turisti che ogni anno scelgono il Salento, ma forse si dovrebbe andare con ordine. Coloro che da tempo chiedevano il riconoscimento e la valorizzazione del loro lavoro avevano visto una luce quando era stato finalmente annunciato il bando di concorso, ma si era trattato solo di una scintilla, spenta poco dopo.

CasaPound:”Nel museo gli immigrati, per strada gli italiani disoccupati!”

“Nel museo gli immigrati, per strada gli italiani disoccupati!”, questo il testo dello striscione affisso da CasaPound  nei pressi del museo Sigismondo Castromediano, per protestare contro la scelta della Regione Puglia di investire quasi 100mila euro di soldi pubblici del ‘Fondo speciale per la cultura’ per formare degli immigrati da inserire nel museo.

“Troviamo grottesca questa scelta della Regione, peraltro in una terra con un tasso di disoccupazione altissimo come la Puglia. I fondi devono essere destinati a progetti di assunzione di laureati in Storia dell’arte, Archeologia e altre materie equipollenti sempre nello stesso museo o per la formazione e l’inserimento di italiani disoccupati e inoccupati di lunga durata”, è quanto dichiara Matteo Centonze, responsabile politico di Cpi Lecce.



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