Missione spaziale Apollo 11, la prima volta dell’uomo sulla Luna

Era il 20 luglio 1969, quando la missione Apollo 11 della Nasa portò i primi uomini sulla luna. Il mondo si fermò per seguire l’impresa in diretta televisiva

20 luglio 1969. Quel giorno, in diretta televisiva, è stata scritta una straordinaria pagina di storia che cambiò per sempre il modo di guardare l’universo che da irraggiungibile, lontanissimo e inaccessibile, diventò raggiungibile. Quel giorno, la missione spaziale Apollo 11 capitanata dalla Nasa portò, per la prima volta, l’uomo sulla luna.

Non era mai accaduto prima che qualcuno mettesse piede su un corpo celeste diverso dalla Terra. E, invece, “l’Aquila è atterrata” e Neil Armstrong e Buzz Aldrin camminarono sulla superfice lunare. Quei passi furono osservati da milioni di persone in tutto il mondo che seguirono la loro impresa, attaccati alla tv ancora in bianco e nero.

Durante l’allunaggio c’era anche Michael Collins, romano di nascita. Lui, passato alla storia come “l’uomo più solo del mondo”, non toccò mai la luna. Rimase sul modulo di comando, in attesa che i compagni tornassero dalla ‘passeggiata’. Fu la stessa la Nasa, in un comunicato stampa, a parlare del suo ruolo: “È dai tempi di Adamo che un essere umano non sperimenta la solitudine che Michael Colins sta sperimentando durante i 47 minuti che impiega a effettuare ciascuna orbita intorno alla luna. Quando si trova dietro alla luna non ha nessuno con cui parlare se non il suo registratore a bordo della Columbia“.

Il resto è storia, rimasta in quelle parole. Indimenticabile la frase pronunciata dal Comandante, il primo a scendere: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”. Nelle immagini, in quelle fotografie, in quelle riprese che, secondo i complottisti, furono girate da Stanley Kubrick,  famoso per 2001: Odissea nello spazio, uscito l’anno prima.

Il ritorno degli eroi

L’impresa, riuscita, aveva realizzato il sogno del presidente degli Stati uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy, che molti anni prima aveva annunciato la conquista della Luna (conquista che lui vide mai, dato che fu assassinato il 22 novembre 1963). Ora bisognava far tornare a casa gli eroi, vivi.

Il 24 luglio 1969 i primi uomini ad aver calpestato la luna tornarono sulla terra con la loro capsula spaziale. Atterrarono sani e salvi nelle acque dell’Oceano Pacifico settentrionale. Ad attenderli, speciali indumenti per l’isolamento batteriologico. Poi la quarantena a causa dell’incognita su possibili agenti contaminanti (più tardi esclusi dagli scienziati).

Nessuno poteva essere sicuro del risultato della missione dell’Apollo 11, fortemente voluta per vincere la corsa alla conquista allo spazio contro l’Unione Sovietica. Si temeva soprattutto per Armstrong e Aldrin che se avessero danneggiato il modulo durante l’allunaggio sarebbero rimasti sulla Luna senza possibilità di rientro. Oppure, poteva andare storta la fase di agganco con il modulo di comando di Collins. In caso di fallimento, avrebbero vagato per lo spazio. La paura che qualcosa potesse andare storto, del resto, era stato previsto anche alla Casa Bianca.

Il discorso mai pronunciato da Nixon

“Il destino ha voluto che gli uomini andati sulla Luna per esplorarla in pace, in pace lì dovranno restare. Ogni essere umano che alzerà gli occhi verso la Luna nelle notti a venire saprà che lì, in un altro mondo, da qualche parte ci sarà per sempre l’umanità”. Queste sarebbero state le parole che il Presidente americano Richard Nixon avrebbe pronunciato se qualcosa fosse andato storto.

Il discorso “segreto” non è mai servito. La lettera scritta da William Safire (clicca qui per la versione integrale), il principale ghostwriter del Presidente, è rimasta chiusa in un cassetto, fino a quando non è stata ritrovata, per caso, alla fine degli anni Novanta. “Da aprire solo in caso di disastro lunare“… c’era scritto.

Oltre al discorso, toccante,  conteneva il piano, il protocollo da seguire se la missione fosse finita in tragedia. Per prima cosa, Nixon avrebbe telefonato alle “vedove” per le condoglianze. Dopo il discorso in mondovisione, ci sarebbe stata una sorta di ‘funerale’. Un sacerdote avrebbe compiuto il rito funebre previsto per la sepoltura in mare, affidando le anime alle “profondità degli abissi”.

8 giorni, 3 ore, 18 minuti e 35 secondi. Tanto durò la missione. Dopo gli sbarchi del programma Apollo, nessun essere umano ha più camminato sulla Luna.



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