Mondiali in Qatar, la Fifa in confusione su libertà di pensiero e libertà personali

Mondiali in Qatar, infelice uscita del presidente della Fifa, Infantino. Niente conta più della libertà di giovani e donne.

L’infelice uscita del presidente della Fifa, Gianni Infantino, chiarisce il livello imbarazzante del calcio mondiale. Niente conta più della libertà di giovani e donne!

Se lo avesse detto un qualsiasi ministro della Repubblica ne avremmo chiesto subito le dimissioni, e invece lo dice il presidente della Fifa e sta ancora lì.

Fa piangere l’espressione secondo la quale i diritti umani vengono dopo il diritto della gente di godere del calcio, fa piangere ed è offensiva ed oltraggiosa.

Caro Infantino, lo vada a dire a quei ragazzi e quelle ragazze che hanno visto uccisi i loro amici e i loro compagni per una protesta di civiltà, che il divertimento dei tifosi viene prima dei diritti umani, lo vada a dire in faccia alle donne che chiedono solo di poter esistere in quanto donne.

Ora, da super appassionati di calcio e tifosi ci faccia dire che già è stata un’assurdità organizzare un campionato mondiale nel deserto, in un Paese senza il minimo sindacale di tradizione calcistica e per giunta in pieno inverno, stravolgendo l’organizzazione di migliaia di club di calcio nel mondo.

A questo aggiungiamo il fatto che nel 2022 non può esistere una regola o un obbligo che vieti di mostrarsi in pubblico come Dio comanda e soprattutto non esiste che si debba considerare le donne esseri umani di serie B.

Andrebbe invece spiegato alle autorità politiche e religiose di certi Paesi, anche con qualche bella pedata nel sedere, che il tempo delle caverne è finito da un pezzo e che nel rispetto dei limiti uno dice quello che pensa, manifesta liberamente il suo dissenso in pubblica piazza e veste come gli pare.

Di certo i Mondiali hanno insegnato che le tifose argentine e sudamericane se ne fregano altamente dei precetti religiosi da terzo mondo e che lo spettacolo ha spazzato via tutte le resistenze.

Il dato più bello è quello che ha mostrato alla Cina l’horror vacui dei provvedimenti di restrizione anticovid in un tempo in cui in tutto il mondo ci si abbraccia e ci si bacia senza mascherine, soprattutto allo stadio.

Cara Federazione calcistica internazionale, prenda lezioni dal mondo, perché è vero che abbiamo sete di calcio e di sport ma ancor più di valori e ideali di giustizia e libertà, a molti ancora sconosciuti.



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