Morde il dito al sacerdote durante la comunione, il prete: “da ora l’ostia si riceve in mano”

Dopo il ‘morso’ di una sua parrocchiana mentre predeva la comunione, il sacerdote di una chiesa del nord Salento ha deciso di fissare la regola che l’ostia si prende nella mano.

«Ahi». È stato un autentico grido di dolore quello che ha emesso il sacerdote di una chiesa del nord Salento che, ieri sera, durante la messa delle 18.30, amministrava la comunione ai fedeli che si erano recati per partecipare al banchetto eucaristico. Tutto procedeva come sempre, fino a quando l’urlo ha ‘rotto’ il silenzio. Una parrocchiana, nel momento della consegna del sacramento, non ha tenuto conto delle necessarie distanze e, oltre a prendere l’ostia consacrata, ha anche addentato il dito del prelato, procurandogli un forte dolore.

Il morso inaspettato, acuito dal freddo che si faceva sentire nella chiesa, ha suscitato l’esclamazione di dolore del prete che dapprima è rimasto sbigottito e, subito dopo, si è fermato per pochi attimi non potendo procedere più a consegnare il pane consacrato. Tutto, come dicevamo, è durato qualche minuto tra la contrizione della donna che aveva fatto male al sacerdote e che provava in tutti i modi a scusarsi e qualche sorriso dei fedeli in fila.

La celebrazione è proseguita con una richiesta ben precisa che il prete ha rivolto a chi doveva fare la comunione subito dopo: ‘Per favore, prendetela dalla vostra mano’.

In fondo, è questa la tradizione più antica: in piedi e nella mano. Un rito sospeso nel Medioevo, quando era assolutamente vietato prendere in mano il pane consacrato, e tornato ‘di moda’ dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II.

Insomma, il sacerdote ha chiesto a tutti i suoi parrocchiani che si avvicinavano alla mensa eucaristica di procedere con il metodo che prevede l’utilizzo della mano dei fedeli anziché il rito che porta alla presa diretta dalla mano del sacerdote, quello ‘preferito’ da San Tommaso d’Aquino secondo cui «il Corpo di Cristo appartiene ai sacerdoti… Esso non sia toccato da nessuno che non sia consacrato… eccetto in casi di estrema necessità».



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