Duemila anni di storia custoditi a Lecce. La bellezza del “Museo Faggiano”

Stamattina le telecamere di Leccenews24.it hanno ripreso gli interni del sito archeologico “Museo Faggiano”, in pieno centro storico. Ai nostri microfoni, la storia del luogo raccontataci dal proprietario, il signor Luciano Faggiano.

“Io qui dovevo realizzare una trattoria, perché ho fatto sempre il cuoco; e invece durante i lavori, per sostituire il tubo della fogna, sono usciti fuori 2mila anni di storia”. Inizia così l’affascinante racconto del signor Luciano Faggiano, oggi proprietario del “Museo Faggiano”, situato a Lecce in via Ascanio Grandi, nel cuore del capoluogo salentino.

Il “Museo Faggiano”

Si tratta di un edificio privato, aperto al pubblico nell’aprile del 2008, che raccoglie al suo interno testimonianze storico-archeologiche di oltre duemila anni fa. “Originariamente era un locale nuovo, si entrava dopo tre gradini. L’avevo reso commerciale. Solo che non andava bene la fogna”, spiega sempre Luciano. “Nel capire il perché, ho dovuto sostituire. Nella sostituzione, abbiamo trovato questa sorpresa, nel 2001. Oltre sette anni di scavi e alla fine abbiamo capito che originariamente questa strada non c’era, è stata aperta nel 1608”.

Un sito archeologico

Lo scavo, man mano, ha portato alla luce un vero e proprio sito archeologico, visitabile da tutti grazie all’Associazione Culturale Idume, fondata proprio da Luciano Faggiano, che ne cura gestione e salvaguardia. Si è scoperto che dal 1000 al 1200 circa, questo edificio fu una casa Templare. Successivamente, fino al 1.600, un convento di suore francescane dell’ordine di Santa Chiara. La prima stanza era originariamente una corte e comprendeva anche lo spazio di via Ascanio Grandi. “All’inizio il locale era unito con una chiesa del tempio, Santa Maria delle Curti – spiega ancora Luciano – poi è stata demolita questa chiesa per aprire la strada. Abbiamo trovato, scavando nel pavimento, l’ultimo strato di epoca messapica”.

“Grandi sacrifici, ma sono contento”

“Una parte è stata aperta, un’altra ancora la apriremo a fine anno dopo la messa in sicurezza. Sono contento di aver realizzato tutto questo – confida ai nostri microfoni il signor Luciano – anche se è costato un sacrificio, specie durante gli scavi. Ma sono proprio contento”.