Natale con i tuoi ma… ‘che facciamo a capodanno?’

Nemmeno il tempo di ‘digerire’ gli eccessi a tavola del Natale che già si pensa al prossimo step nel calendario. Tra amici e conoscenti a tenere banco è la fatidica domanda: ‘che facciamo a capodanno?’.

che-facciamo-a-capodanno?

«Natale con i tuoi…», proverbio popolare docet. Anche le statistiche che si ‘divertono’ a fotografare le abitudini degli italiani durante il periodo più bello dell’anno confermano il vecchio adagio. Nessuno (o quasi) ha rinunciato a trascorrere le feste con la famiglia. Il pranzo interminabile con i parenti, i regali sotto l’albero da scartare, la cucina che profuma di buono fin dalle prime ore del mattino, la tovaglia rossa sono “tradizioni” a cui è difficile rinunciare anche se, ad onor del vero, cresce il numero delle persone che hanno deciso di trascorrere il giorno della nascita di Gesù in uno dei tanti ristoranti che propongono menu classici o rivisitati. Che sia sotto il proprio tetto o in un locale non importa, l’importante è stare insieme.

Non abbiamo ancora archiviato i pranzi luculliani che già si pensa a cosa fare per la notte più attesa dell’anno. Non si scampa: se per il 25 dicembre l’obbligo è quello di trascorrerlo in famiglia, per San Silvestro il diktat è divertirsi.

Si sa, Natale e Capodanno impongono copioni rigidi, cliché a cui è impossibile sottrarsi come l’usanza di indossare qualcosa di rosso.

Il 26 dicembre, puntuale insieme alla promessa di mettersi a dieta dopo gli eccessi a tavola, inizia a farsi strada l’ombra dell’interrogativo più temuto e odiato: «che facciamo a capodanno?». Inutile rifugiarsi nel “se ignoro il problema, il problema non esiste“, il tentativo di sottrarsi potrebbe rivelarsi inutile e alla fine tocca pur decidere. Spesso la soluzione è più semplice di quanto sembri.

Qualcuno ha già programmato un viaggio, qualcun altro, invece, ha scelto di brindare in una città europea. La maggior parte, quella che sceglie di restare, si divide tra cenoni organizzati, serate in discoteca, feste in piazza e ritrovi fai da te.

Perché in fondo, Capodanno è bello anche per questo: pensare che qualcosa potrebbe davvero cambiare, convincersi di trovare realmente la fortuna nel fondo di un piatto di lenticchie, aspettare mezzanotte coltivando nel cuore una speranza, un sogno, un desiderio. E se la lista di buoni propositi durerà al massimo fino a febbraio poco importa. In fondo, quel che conta è averci creduto.

E nel caso in cui dribblare il capodanno sembra letteralmente impossibile, girovagando sul web, ecco che spuntano fuori esilaranti teorie su come difendersi. È possibile trovare strategie machiavelliche per sfuggire ai riti festaioli  in un libro, tanto dissacrante quanto divertente, «Buone feste con il metodo sticazzi», di Carla Ferguson Barberini edito da Aliberti.

Ecco cosa dovrebbe fare il sereno seguace di questa filosofia di vita:

  • Aspettare il 31 dicembre come se fosse un giorno qualsiasi e senza prender alcun impegno. Gli autori suggeriscono una gamma di risposte precisa all’insistenza di amici e parenti su quello che farete: «No hablo tu idioma», «Parto»,«Niente», «Boh», «Non posso dirtelo, per scaramanzia»..
  • Evitare di porsi qualsiasi domanda sull’anno passato e quello futuro, con conseguenti «crisi di identità, crisi spirituali, crisi sentimentali, difficoltà, disagio, sconquassamento emotivo».
  • Aggredire i famosi propositi di inizio anno, mettere in atto questa strategia: una volta formulata la buona intenzione, cercare di capire se il Metodo può aiutare e, nel caso non sia possibile, ridimensionarla in modo da renderla più facile, oppure depennarla del tutto.



In questo articolo: