Nel palazzo del gusto. I giornalisti leccesi incontrano il nuovo menù della Torre di Merlino

Decani del giornalismo salentino e giovani professionisti impegnati a valutare e a prendere confidenza con le novità dell’offerta gastronomica della Torre di Merlino, il pioniere dei ristoranti della movida leccese.

Una serata interamente dedicata alla buona cucina per raccontare nuove storie nei vicoli della bella Lecce.

E‘ quella che alcuni giornalisti hanno vissuto insieme nel ristorante “la Torre di Merlino” storico pub-trattoria di Lecce vecchia, uno degli antesignani della movida leccese e dell’offerta enogastronomica locale.

Ci siamo stati anche noi, abbiamo risposto con grande affetto al cortese invito di Antonio Torre, il mitico titolare dell’omonima Torre che ha presentato le novità culinarie della stagione 2015.

Un’anteprima divertente e gustosa che ci ha portati ad assaggiare e a dare un giudizio “professionale” a nove piatti importanti.

Una cavalcata al termine della quale anche, l’orco delle favole si sarebbe arreso, sopraffatto dalla lauta cena.

Si parte con gli scampi in bouillon al te verde, poix di mela e quinoa per passare al gamberone su maionese di fave, polpa di riccio e polvere di caffè. Segue il porcino con uovo poché e tartufo nero, avvicendato  da un cappuccino di baccalà mantecato alla ricotta di bufala e zenzero, con nocciole, tartufo nero e cipolla caramellata.

Salendo di livello, a nostro avviso, siamo passati alla caramella ripiena di Blu del Moncenisio con gamberoni rossi, noci e zeste di arancio candito, fino ad arrivare al risotto “acquerello” mantecato al coulis di melanzane, essenza di scamorza affumicata, con nocciole gentile delle langhe e tartufo.

La maratona proseguiva con un filetto di maiale al cioccolato extrafondente e fichi senapati al marsala.

Poi verso il gran finale ecco arrivare in tavola quasi un raviolo di capasanta al lardo di colonnata, fagioli cannellini e tartufo nero al sentore di vaniglia.

Infine polpo laccato su maionese di fave e pomodoro confettato.

Ci abbiamo messo qualche giorno per metabolizzare qualità e quantità, ma certamente sarà il caso di riprovarci, perché l’originalità e l’ospitalità sono merce rara.

Missione compiuta allora e complimenti allo chef.