Nella Giornata Mondiale dell’acqua tornano gli ulivi lungo il tracciato del Sinni

Sono stati ricollocati oltre 2500 ulivi lungo la traiettoria dove sono stati effettuati i complessi lavori dell’Acquedotto pugliese per estendere le condutture che portano acqua potabile fino a tutto il Salento.

È la Giornata mondiale dell'acqua, così come avviene ogni 22 marzo dal 1992. Lo hanno deciso le Nazioni Unite nell’ambito delle direttive dell' agenda 21, emersa dalla conferenza di Rio.

Una giornata dedicata al bene più prezioso che abbiamo e che va tutelato: l’acqua. Una giornata contro tutti gli sprechi.

Così, in occasione della ricorrenza l’Acquedotto pugliese ha annunciato che sono giunti al termine i lavori di posa in opera delle condutture del Sinni, la vasta canalizzazione che dal serbatoio di Salice Salentino si spinge sino a Seclì, in provincia di Lecce, snodandosi tra uliveti e contrade densamente popolate.

L’intervento sarà inaugurato nelle prossime settimane e costituisce il raddoppio di una delle più importanti opere realizzate dall’Aqp per l’approvvigionamento idrico-potabile del Salento.

Sono 37 i chilometri di tubazioni, nel territorio dei comuni di Salice Salentino, Nardò, Veglie, Leverano, Galatone e Seclì, la cui messa a dimora ha comportato l’uso di innovative tecnologie, tra cui il microtunnelling, realizzate per assicurare ulteriori risorse idriche al versante ionico della penisola salentina.

Una grande opera di ingegneria idraulica – fanno sapere dall’azienda barese – e, insieme, un esempio virtuoso di progettazione al servizio dell’ambiente e del paesaggio, come testimonia l’espianto di circa 2500 ulivi, lungo il tracciato dell’opera, e il loro riposizionamento, a lavori ultimati, dopo un periodo di “incubazione” in vivaio”.

Insomma, tecnologia e amore per l’ambiente sarebbero andate a braccetto, con buona pace di chi qualcosa da dire l’ha certamente avuta tra gli ambientalisti e i cittadini più sensibili alle tematiche ambientali.

Secondo Aqp è stato così tutelato un “patrimonio naturale di inestimabile valore: ogni singola pianta, censita con un’apposita targa, è stata divelta e quindi, a scavi ultimati, ricollocata al proprio posto, lasciando inalterato il paesaggio”.



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