
«Si richiede con cortese sollecitudine a provvedere all’integrazione dell’organico del Nido e dell’UTIN (Unità di terapia Intensiva neonatale) del Vito Fazzi di Lecce per garantire i livelli essenziali di assistenza con l’assegnazione urgente di almeno n.°11 Collaboratori Professionali Sanitari – Infermieri e n.° 3 Operatori Socio Sanitari, anche in considerazione del fatto che il 30% degli operatori di comparto godono dei benefici della Legge 104 (del nuovo decreto legge “Maggio” con ulteriori permessi aggiuntivi della L.104) e dell’approssimarsi del periodo delle ferie estive».
Il Sindacato Fsi-Usae prende carta e penna e scrive al direttore generale, al direttore sanitario, al direttore amministrativo, al direttore medico ed amministrativo e al dirigente infermieristico della Asl di Lecce.
Una cosa è certa, quello che è accaduto in queste settimane all’Utin e al Nido del Vito Fazzi, durante l’emergenza Covid-19, non può continuare se non si vogliono mettere a rischio i piccoli pazienti e lo stesso personale operante, a causa dall’eccessivo carico di lavoro che riduce la lucidità nell’attività̀ di assistenza.
Nel periodo di emergenza epidemiologica, infatti, in quei due reparti si sono riversate anche la maggior parte delle nascite (circa 350 nei mesi di marzo-aprile) del territorio del Nord Salento.
Un incremento considerevole che comporta nuove esigenze, nuove necessità di reparto, e nuovo carico di lavoro per tutti gli operatori sanitari interessati. Il tutto senza alcun incremento del personale, in particolare per la grave carenza di infermiere pediatriche.
«È evidente che questo personale del Nido ed dell’UTIN – scrive Francesco Perrone, segretario territorial dell’Fsi-Usae – pur lavorando con la massima diligenza e professionalità in tali condizioni è ovviamente impossibilitato ad assicurare un’assistenza priva di rischi, in quanto costretto a lavorare tra Sala Parto, il Nido e l’ UTIN, in una situazione di stress psicofisico insostenibile».
Quante sono le unità mancanti? Il sindacato procede ad un calcolo dettagliato: occorrono, infatti, 11 infermieri e 3 Oss. Attualmente sono assenti 2 infermiere pedatriche per congedo retribuito per legge 104, 3 per lunghe malattie, 1 per maternità, oltre a considerare il fatto che 6 unità usufruiscono mensilmente dei permessi della Legge 104 e che nei mesi di marzo ed aprile hanno usufruito dei 12 giorni di permesso aggiuntivo previsto dal Decreto Legge ‘Cura Italia’.