NO ai matrimoni gay, NO all’omofobia. Il Family Day a Lecce

Il Vescovo, esperti, rappresentanti dei movimenti ecclesiali e dei principali partiti politici vogliono dire Sè¬ alla famiglia. Appuntamento domenica, 23 febbraio, presso l? Hilton Garden Inn. Verranno ribaditi i cardini del credo cattolico in merito alle unioni.

Potrebbe apparire come un “cont​roevento” rispetto a tutte le iniziative che negli anni si susseguono, magari un po’ sopra le righe, ma che vogliono dimostrare anche con l’esasperazione, la libertà di scelta e i diritti degli individui, qualsiasi sia l’orientamento sessuale degli stessi.
Un evento che, comunque, quest’anno prende le sue mosse dalle parole di Papa Francesco, nel videomessaggio per l’iniziativa Dieci piazze per dieci comandamenti: i Dieci Comandamenti, che tutelano la vita, la famiglia e la dignità della persona, rivolgendosi alla ragione prima ancora che alla fede, «non sono un inno al “no”, sono sul “sì”. […]  Il “sì” all’Amore, e poiché io dico di “sì” all’Amore, dico “no” al non Amore, ma il “no” è una conseguenza di quel “sì”».
Nel manifesto a sostegno del Family Day, manifestazione che ha preso il via il 12 maggio 2007 a Piazza San Giovanni a Roma e organizzata dal Forum delle Associazioni Familiari, si leggono i chiari pensieri della Chiesa verso la “famiglia tradizionale”, ovvero quella creata da un uomo e una donna, e la visione verso le unioni e le adozioni omosessuali.

E’ secco il No ai matrimoni tra gay e, conseguentemente, alle adozioni da parte di persone dello stesso stesso. Nel manifesto si legge il  all’accoglienza rispettosa delle persone omosessuali, “evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione e colpendo severamente chi compie atti di violenza, di minaccia, di ingiurie verso le persone omosessuali in quanto omosessuali, il No a una legge contro l’omofobia che non si limita a incriminare e punire secondo quanto è già previsto, ma inventa un reato di opinione che sanziona con la reclusione fino a un anno e sei mesi chi propaganda «idee discriminatorie fondate sull’omofobia». Non vogliamo che vada in galera chi, per esempio, ripete con il Catechismo della Chiesa Cattolica che gli atti omosessuali sono «contrari alla legge naturale» e «in nessun caso possono essere approvati». Siamo consapevoli che nella società italiana esistono sul punto opinioni diverse, ma riteniamo ingiusto che esprimere su questo tema, educatamente e senza violenza, tesi non «politicamente corrette» sia sufficiente per finire in prigione”.

E ancora,  a campagne serie di prevenzione e di repressione nelle scuole del bullismo e di ogni aggressione fisica o verbale rivolta contro omosessuali, disabili, immigrati. Allo stesso modo la Chiesa dice No “all’indottrinamento obbligatorio all’ ideologia del gender, secondo la quale uomini o donne non si nasce ma si diventa, sì che ogni ragazzo o ragazza potrebbe scegliere liberamente se vuole essere uomo o donna”.
Riguardo, poi, ai matrimonio tra omosessuali, nel manifesto del Family Day si legge Sì al riconoscimento “che da ogni convivenza derivano diritti e doveri, applicando le norme in vigore che in Italia già tutelano ampiamente i componenti di coppie di fatto, anche omosessuali, in materia di ospedali, carceri, subentro nei contratti d’affitto, e così via;  alla promozione della famiglia costituita da un uomo e da una donna, trascurata da troppo tempo, anche attraverso l’introduzione di un fisco e di un welfare che siano davvero a misura di famiglia”.

Secco il No al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, né come «matrimonio», perché il matrimonio è l’unione stabile e generativa tra un uomo e una donna”, né come «unioni civili», perché in tutti i Paesi dove le unioni civili sono state introdotte non si è mai trattato di alternative, bensì solo di battistrada al «matrimonio» omosessuale”. Altrettanto deciso il No all’adozione da parte di coppie omosessuali. “Pur desiderando spesso tali coppie adottare un bambino, immaginando sinceramente di essere buoni genitori, siamo convinti che ogni bambino abbia bisogno di un papà e di una mamma. A chi sostiene che per un bambino è meglio essere adottati da una coppia di omosessuali che restare in orfanatrofio, rispondiamo che migliaia di coppie sposate, formate da un uomo e da una donna, sono in lista di attesa, e molte non arriveranno mai al traguardo, per lo scarso numero di piccoli adottabili e per la macchinosità delle leggi”.



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