È soltanto di pochi giorni fa la notizia che la Xylella pare stia avanzando inesorabile fino alle campagne di Torchiarolo. Alcuni alberi sembra siano stati infettati dal batterio che ha gettato nello sconforto gli agricoltori salentini.
A far di nuovo notizia è la notifica della Forestale ad un coltivatore di Alezio: nel provvedimento si legge l’obbligo di eradicazione di un impianto di uliveto, della varietà Leccino, da poco messo a dimora in agro di Gallipoli. Eppure la varietà Leccino sembrava una di quelle resistenti al famigerato batterio.
E allora, Coldiretti Lecce scrive al dirigente dell'assessorato regionale all'Agricoltura chiedendo che invece quell'uliveto venga risparmiato e venga trasformato nel primo campo sperimentale in cui si possa verificare la resistenza agli assalti di Xylella fastidiosa.
“Pur rispettando le norme comunitarie per la lotta alla Xylella ed il conseguente piano adottato dal commissario – scrive Coldiretti – non possiamo non restare interdetti di fronte a tale rigidità applicata in un’area ormai conclamata come infetta e dove le ristrette norme rischiano di impedire a tutti gli agricoltori salentini qualsiasi attività di impresa e volontà di investimento”.
“Nel caso specifico – prosegue la dirigenza della federazione leccese – riteniamo che, invece di svellere le giovani piante, si possa utilizzare questo piccolo appezzamento di uliveto come una prima parte di quel “laboratorio a cielo aperto” che anche il ministro all’agricoltura Martina ha annunciato di voler realizzare nel Salento per concretizzare un’indispensabile infrastruttura formata dalla ricerca scientifica e dalle aziende agricole”.
In tanti dicono la propria, anche con cognizione di causa, soprattutto all’indomani del dibattito presso gli uffici della Prefettura in viale XXV Luglio con il ministro Martina e il commissario europeo Andriukautis.
“Per altro sarebbe oltremodo interessante per il mondo agricolo, ed utile anche al piano Silletti, poter osservare con metodologia scientifica il comportamento di questa varietà che da più parti ci indicano come resistente alla Xylella. Per concretizzare questo primo campo sperimentale – avverte Coldiretti Lecce – abbiamo già conseguito la disponibilità da parte dell’Università del Salento ad attivarsi con le proprie professionalità e gli strumenti di ricerca scientifica”.
