Sradicare gli ulivi e procedere con una pioggia di anticrittogamici? Sergio Blasi boccia senza se e senza questa possibilità operativa che discende dalla decisione emanata dalla Commissione Europea. Si sta diffondendo nel Salento, ormai a macchia d’olio, una posizione di totale rifiuto all’eventualità di dover procedere in maniera aggressiva contro la xylella.
“La posizione della Regione Puglia nel vertice ministeriale sulla Xylella fastidiosa non può che essere una: non toccate i nostri ulivi. Nessuno può pensare di espiantare ettari di alberi alcuni dei quali si trovano qui da secoli, e di emergenze ne hanno viste tante, ben più gravi della presente.”
L’idea che Blasi ribadisce in modo forte è che per il Salento gli ulivi non sono soltanto delle piante, un corredo vegetale alle bellezze naturalistiche, bensì parte integrante del patrimonio identitario del territorio: “Allo stesso modo nessuno pensi di bombardare con farmaci e anticrittogamici la zona del contagio. Salute e natura vengono al primo posto nel Salento. Invece c’è bisogno di soluzioni ragionate e soprattutto di certezze scientifiche. Non si può fare terra bruciata di un patrimonio che è naturalistico ma anche storico, identitario, antropologico senza avere dalla propria un quadro chiaro e definitivo sulla malattia.
Non manca, comunque, anche una polemica, neppure tanto velata, contro la Regione Puglia e l’assessore alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, per i ritardi operativi e l’inefficacia di quella che all’inizio doveva essere un’autentica task force contro il batterio killer: “Abbiamo bisogno di risorse per fare quello che non abbiamo fatto: coinvolgere i migliori centri di ricerca in Europa e in Itali per raggiungere una conoscenza adeguata di quello che stiamo affrontando. Invece, ad oggi, neanche l’Università del Salento è stata coinvolta nell’analisi del fenomeno. Per questo suggerisco calma e gesso: non si pensi che soluzioni radicali come l’espianto o il bombardamento farmacologico saranno accettate senza batter ciglio da un territorio che più di tutto è attento alla propria salute e a quella delle proprie campagne”.
Proprio per scongiurare l’eradicazione di migliaia di alberi di olivo, nella giornata di ieri era giunta la proposta di Copagri – nella persona del suo presidente Fabio Ingrosso – di sdoppiare la cosiddetta zona infetta in “Zona tampone” e “Zona insediamento”, per attuare misure draconiane laddove è impossibile recuperare nulla ed essere invece più miti con gli ulivi in quelle zone in cui ancora si può e si deve agire per salvaguardare un patrimonio del Salento.