No-Tap, professore si incatena davanti alla Questura per protesta. A Roma sit-in di solidarietà

La protesta contro il gasdotto Tap unisce Lecce a Roma. Nel capoluogo barocco il professor Starace si è incatenato ai piedi della Questura. Nella capitale sit-in di solidarietà agli attivisti processati in Grecia, tra cui Pati Luceri.

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Giornata No-Tap a Lecce come a Roma. Il fil rouge che unisce le due città ancora una volta è il dissenso, la volontà di manifestare contro la realizzazione del gasdotto che dall’Azerbaigian approderà sulla spiaggia di San Basilio.

Nella capitale, una delegazione di “contrari” all’opera considerata strategica per l’affrancamento da Mosca si è ritrovata ai piedi dell’Ambasciata greca di viale Rossini in segno di solidarietà ai contadini di Kavala che affronteranno un processo per aver ostacolato i lavori. Tra loro c’è anche il professor Pati Luceri che aveva fatto le valigie e raggiunto la Piana di Filippi, a pochi passi dal confine con la Turchia. Lì, per urlare il suo no, si era seduto per terra, insieme ad alcune persone del posto, per bloccare la strada a mezzi e operai impegnati ad allestire il cantiere.

Nel capoluogo salentino, invece, il professor Sergio Starace si è incatenato davanti alla Questura di Lecce per protestare contro l’operato delle forze dell’ordine. Inequivocabile la scritta sul cartello che esibisce: “La Costituzione tutela la libertà di manifestare ma non quella di sanzionare”.



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