‘Non cacciateci via’, il grido d’aiuto dei rifugiati politici raggiunge la Prefettura

Tra qualche giorno, i rifugiati politici accolti fino ad ora nella Masseria del Monte situata a Castiglione (Andrano), dovranno cercarsi un’altra struttura. Eppure qui non hanno parenti. Da qui, la loro richiesta d’aiuto effettuata stamattina in Prefettura.

Negli occhi la paura di venire abbandonati ad un destino incerto. I disperati tentativi di comunicare all'esterno il fabbisogno di aiuto. Cercano ascolto da parte delle istituzioni nazionali e, soprattutto locali. La loro è una provenienza piuttosto eterogenea: Bangladesh, Mali, Nigeria, Pakistan. Sono rifugiati politici alla ricerca di protezione, da un anno e mezzo ospiti della Masseria del Monte situata a Castiglione, vicino ad Andrano. E, stamattina, manifestavano a ridosso della Prefettura di Lecce perché sembra che a breve, dopo circa un anno e mezzo, dovranno lasciare il sito in cui vivono. Noi della redazione di Leccenews24.it ci siamo avvicinati, tentando di comprendere in lingua inglese le richieste di queste persone. Riusciamo giusto a tradurre una parte generica del grido d'allarme. Eppure, il guaio sembrerebbe un altro. Con l'inverno ormai bell'e avviato, non avere più una struttura entro cui vivere sarebbe dannosissimo. 

Sempre dialogando in lingua inglese, dicono di voler essere ricevuti dal Prefetto affinché si possa trovare una soluzione. Chiediamo se, eventualmente, la collocazione in un'altra struttura simile possa rappresentarne una. E ci rispondono di sì. Perché comunque, al momento, chiedono solo e soltanto la possibilità di poter sopravvivere al freddo. Pubblicamente, in via XXV Luglio, espongono dei cartelli. "We want justice", ovvero "noi vogliamo giustizia" è il primo cartello nel quale ci imbattiamo. Dopodiché vengono gli altri messaggi, scritti in italiano:"Non ci buttare fuori in inverno"; "Tra dieci giorni saremo rifugiati senza tetto"; e poi ancora "Non cacciateci via". Insomma, il terrore di dover campare così, alla giornata, senza un lavoro o una prospettiva, si intercettava chiaramente dalle voci tremanti.

Purtroppo, qui, non possiedono parenti disponibili ad accoglierli. Le loro famiglie sono, oltretutto, rimaste nei rispettivi paesi d'origine. Giunti in Italia col desiderio di migliorare la qualità della vita, adesso si dicono pronti a rispettare le regole del nostro paese. Magari cercandosi una occupazione. Eppure, per poterlo fare, c'è bisogno della giusta documentazione. Proprio quella che stanno attendendo con ansia, dopo l'avvio delle dovute procedure, stando a quanto raccontantoci da uno dei ragazzi presenti al sit-in. 

Degli aspetti burocratici che, al di là di tutto, procederanno seguendo il proprio corso. Le priorità, adesso, sarebbero altre. Anzitutto, trovare un tetto che possa permettere di trascorrere al caldo le vacanze natalizie. 



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