Si chiamano «minori stranieri non accompagnati», ma dietro la dicitura con cui vengono identificati ci sono storie di bambini e ragazzi in fuga, di adolescenti che scappano dalla loro terra e approdano, più o meno spontaneamente, nel nostro Paese. Accoglierli, ospitarli in un luogo sicuro, aiutarli dal punto di vista psicologico e sanitario, cercare di integrarli è un dovere che l’Italia ha assunto. Ma le cose cambiano quando dalle parole si passa ai fatti. A raccontare le difficoltà che chi aiuta gli stranieri in difficoltà incontra giorno dopo giorno è Albina Pizzolante, amministratrice unica della cooperativa onlus "Le Ali Della Zila" di Tricase, una comunità educativa che sin dalla sua fondazione nel 2012 non solo ospita i minori senza famiglia, ma li accompagna anche sino al raggiungimento della maggiore età, sotto la supervisione del Tribunale dei minorenni e dei servizi sociali del Comune.
«Non abbiamo più neanche i soldi per comprare i generi alimentari» si legge nella nota con cui spera che si accendano i riflettori sul caso. A spiegare cosa è successo è la stessa amministratrice unica: «Dal punto visto economico la retta giornaliera per ogni singolo minore, circa 45 euro al giorno, dovrebbe essere corrisposta dal Ministero dell'Interno per il tramite del Comune e della Prefettura». Dovrebbe, appunto, perché stando a quanto ci racconta attualmente la Cooperativa vanta un credito complessivo nei confronti del Ministero di circa euro 240mila euro: «59mila euro per il 2014, 76.905 euro per il 2015 e 103.150euro per il 2016».
Soldi o non soldi, la macchina di aiuti deve comunque andare avanti, anche e soprattutto evitare ulteriori stravolgimenti nella vita dei suoi ospiti: «La Cooperativa – continua – ha dovuto di fatto contrarre una rilevante esposizione debitoria, pari a circa 100mila in virtù del fatto che ha continuato a sopportare i costi per il personale (anche in termini contributivi), oltre a dover mantenere dal punto di vista alimentare i minori».
Insomma, la situazione è tragica «Dei problemi ne è a conoscenza tanto la Prefettura quanto il Ministero, ma se nulla dovesse cambiare e se perdurasse l’inadempimento della Pubblica Amministrazione, la Cooperativa non avrà altra scelta che essere posta in liquidazione con grave pregiudizio dei minori ospiti».
