Sulla carta chiosco-bar, in realtà uno stabilimento balneare. Il Tar sospende la licenza

Se si ha la licenza per fornire a richiesta dei clienti qualche lettino e qualche ombrellone, non si può pensare di organizzarsi come uno stabilimento balneare collocando per lunghe file l’attrezzatura sul litorale già pronta per essere affittata ai clienti.

In una stagione balneare che anche in Salento segna l’aumento dei prezzi per l’affitto di ombrelloni e sdraio sembra normale che tutti provino ad industriarsi. Il clima non è ancora quello da ‘tutto esaurito’, anzi qualche timore serpeggia tra gli operatori. Di certo non mancano le segnalazioni tese a consentire il regolare svolgimento delle attività economiche che nel comparto del turismo radicano il proprio business. E’ proprio quello che è accaduto a Pescoluse, marina di Salve.

Se si ha la licenza per fornire a richiesta dei clienti qualche lettino e qualche ombrellone, non si può pensare di organizzarsi come uno stabilimento balneare collocando per lunghe file l’attrezzatura sul litorale già pronta per essere affittata ai clienti. Sulla base di questo principio a Pescoluse due attività con licenza di chiosco – bar dovranno sospendere immediatamente l’attività di stabilimento balneare e potranno continuare soltanto quella tipica dell’esercizio commerciale.

Esulta il Comune di Salve, assistito dall’Avv. Antonio Aventaggiato, per la decisione del Presidente della Terza Sezione del Tar di Lecce, Enrico D’Arpe, che ha accolto le tesi dell’Amministrazione Comunale, rigettando l’istanza cautelare monocratica e rinviando per la discussione dell’istanza cautelare collegiale a data 14 settembre 2022, ovvero a stagione balneare sostanzialmente conclusa.

Il Comune di Salve, infatti, aveva ordinato la sospensione della sola attività svolta in assenza ovvero in difformità di titolo: troppe erano state le segnalazioni sul comportamento dei gestori che avevano collocato ombrelloni e sdraio per la balneazione nella zona prospiciente il proprio chiosco-bar. Ciò che potranno continuare a fare, dunque, è vendere bibite, cocktail, panini e quant’altro allientando così la vacanza di chi si presenterà alla loro cassa.



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