‘Ombrelloni segnaposto, segnalate i furbetti alle pubbliche autorità ma non fate gli sceriffi’, i consigli di Adusbef

Per le norme italiane è illecito il malcostume di posizionare nottetempo gli ombrelloni sulla spiaggia pubblica per assicurarsene l’utilizzo il giorno successivo. L’avvocato Daniele Imbò di Adusbef suggerisce come comportarsi secondo legge.

Nei giorni scorsi l’intervento della Polizia Locale di Nardò contro i furbetti dell’ombrellone segnaposto ha fatto molto rumore. Si è assistito alla scena di applausi scroscianti rivolti ai Vigili Urbani che ponevano fine al fastidiosissimo malcostume di prenotarsi nottetempo, con arroganza e inciviltà, piccole porzioni di spiaggia pubblica.

Sulla pagina facebook di leccenews24 si era poi scatenato il dibattito, corredato da tante fotografie, a testimonianza che i furbetti continuano a comportarsi da tali e a non mostrare alcun tipo di remora dallo Jonio all’Adriatico.

Cosa fare in presenza dei furbetti dell’ombrellone?

Da qui tante proposte su come comportarsi in presenza del problema. C’è chi non ha dubbi sul fatto che l’unica cosa da fare sia chiamare la Capitaneria di Porto o la Polizia Locale anche a costo di correre il rischio di vederli arrivare a spiaggia deserta, visti i carichi di lavoro. A dire la loro sono anche i più ‘interventisti’ coloro che sarebbero pronti ad agire autonomamente prendendosi la responsabilità di rimuovere gli ombrelloni e le sedie parcheggiate.

Il parere dell’avvocato Daniele Imbò di Adusbef

Abbiamo scelto allora di chiedere a chi veramente può darci una risposta seria e fondata, in punta di diritto. Questo il parere dell’avvocato Daniele Imbò, delegato dell’associazione di consumatori Adusbef di Lecce

«Ho seguito nei giorni scorsi con attenzione la vicenda e il dibattito che si è innescato su Leccenews24. Va subito detto che il comportamento dei cosiddetti furbetti dell’ombrellone segnaposto integra principalmente la violazione di una delle più ovvie, quanto intuitive, regole di civismo e del corretto vivere comune, al pari dell’altrettanto frequente, quanto deprecabile, malcostume di appostare le sedie sulla pubblica via, al fine di preservare in favore del privato un posto-auto pubblico.

Venendo alla prima condotta, ma più in generale al fine di verificare la legittimità di tutte quelle condotte che afferiscono all’esercizio delle attività delle strutture turistico-ricreative, nonché all’uso del demanio marittimo e delle zone di mare territoriale, la normativa di riferimento, oltre a quelle generale ovviamente, è la c.d. Ordinanza balneare 2019, emessa dalla Regione Puglia (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 39 del 11.04.2019).

In particolare, ai sensi dell’art. 3 della predetta fonte normativa, rubricato “prescrizioni sull’uso del demanio marittimo”, al comma 2 lettera k), si legge che: “E’, inoltre, vietato (…) lasciare sulle spiagge libere, oltre il tramonto del sole, ombrelloni, lettini, sedie sdraio, tende o altre attrezzature comunque denominate”.

Tale prescrizione vale a connotare proprio come illecito quel comportamento che già intuitivamente si poteva definire come irrispettoso del normale senso civico.

Chi può far rimuovere l’ombrellone segnaposto?

Ma chi può far rimuovere gli ombrelloni? Si può procedere autonomamente? A chi, più in generale, compete l’attività di controllo delle eventuali “illegittime condotte balneari”?

All’art. 7 della predetta ordinanza si legge che: “Al controllo ed alla vigilanza provvedono gli Ufficiali e gli Agenti di Polizia giudiziaria e di Polizia marittima e, (…), i Corpi di Polizia Municipale dei Comuni costieri”.

Per quanto detto, in questi casi, come per il controllo e la vigilanza di tutte le altre condotte vietate dalla Ordinanza balneare 2019, sarà sempre necessario l’intervento delle pubbliche autorità, che constateranno lo stato dei luoghi e faranno rimuovere i segnaposto».



In questo articolo: