“I migranti andrebbero annegati al largo”. Anche l’Ordine dei Medici di Lecce contro il post razzista della dottoressa di Spoleto

“Non esistono diritti umani per quattro negracci che ci invadono con le nike, tute firmate e trippe piene” si legge nel post della dottoressa di Spoleto condannato anche dall’OMCeO di Lecce

«I migranti  “negracci con le Nike, le tute firmate e le trippe piene” andrebbero annegati al largo».

La frase choc sarebbe stata scritta su Facebook da una dottoressa del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Spoleto. Sarebbe perché se da un lato lo screenshot del post, diventato “virale” sui social, ha sollevato un polverone di polemiche che ha messo in imbarazzo l’Usl Umbria 2, dall’altro la diretta interessata che ora rischia grosso si è difesa sostenendo di non averlo mai scritto.

Al suo legale, l’avvocato Simone Budelli ha raccontato che si trovava ad una festa in compagnia del fidanzato e di aver lasciato l’ipad incustodito nell’orario in cui sono comparse quelle parole offensive, condivise – tra l’altro – in un gruppo di medici [Doctorsinfuga] che conta quasi 40mila partecipanti. Una volta accortasi delle frasi pubblicate, le avrebbe subito cancellate ma era troppo tardi. Era già finita nella bufera.

La condanna dell’ordine dei Medici di Lecce

Sdegnato letteralmente l’OMCeO di Lecce che condanna l’accaduto, senza se e senza ma. Le esternazioni della Collega di Spoleto, infatti, contraddicono il giuramento che ogni camice bianco fa nel momento in cui inizia la professione. «Il codice deontologico, che ciascun medico è tenuto a rispettare – si legge – deve essere sempre la bussola etica cui far riferimento, vincolante per i nostri comportamenti».

All’articolo 3 si legge – testualmente –  che il “dovere del Medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo della sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera”.

«Al netto di qualsiasi giudizio e considerazione su programmi e azioni politiche, che certamente non competono a questo Ordine professionale – continua la nota a firma del Presidente dell’OMCeO, il dottor Donato De Giorgi –  la deriva morale cui stiamo assistendo in molti settori della vita civile, certamente non può essere in alcun modo tollerata nei comportamenti o dichiarazioni di Colleghi, che devono sempre mantenere un atteggiamento in linea con la dignità morale che la professione impone e le nostre regole comportamentali normano».

Ora la dottoressa dovrà rispondere di quelle frasi. È stato avviato un procedimento disciplinare e una “richiesta di chiarimenti”. Le sanzioni previste, invece, vanno dall’avvertimento, al richiamo, alla sospensione, fino alla radiazione dall’albo professionale.

«Se dovessero risultare elementi sufficienti a risalire alla Collega (che ci auguriamo assolutamente estranea), questa sarà sicuramente sanzionata dalla commissione disciplinare dell’Ordine di Spoleto, con il cui Presidente condividiamo la nostra preoccupata e vibrata protesta: tali episodi gettano una cupa ombra di discredito sull’intera Comunità Medica. Ad essa esprimiamo la nostra collegiale solidarietà, rivolta ai tantissimi professionisti che con la loro opera, quotidianamente e tra tante difficoltà, danno senso e valore alla vita stessa».



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