Oscar Farinetti. Il Sud? «èˆ uno dei posti più belli del mondo. Facciamolo diventare come Sharm El Sheikh»

Dall’Italia. Il Sud? «Uno dei posti piè¹ belli del mondo» secondo il Patron di Eataly. Per questo Oscar Farinetti propone di «trasformarlo in un grande Sharm El Sheikh dove tutto il mondo possa andare in vacanza»

Il Sud? «Facciamolo diventare un’unica, grande Sharm El Sheikh». Secondo il Patron di Eataly, Oscar Farinetti si tratta di qualcosa in più di un’ipotesi irrealizzabile. Anzi potrebbe addirittura essere una soluzione concreta per i problemi che, da sempre, attanagliano il meridione. Assodato che «tutto il mondo è paese» e che ogni città, ogni territorio, ogni luogo ha le sue bellezze che si possono trovare lì e non altrove è ormai innegabile che il tacco d’Italia abbia conquistato il suo posto, non  di certo marginale, nel complesso e sempre più agguerrito sistema turistico nazionale ed internazionale.

Rispondendo alle domande di Andrea Scanzi nel corso della puntata di Reputescion, in onda su La3, il Patron di Eataly ha spiegato «Io penso che il Sud sia in una condizione terrificante, molto più grave di quello che si possa immagina. È strato fatto troppo welfare nelle istituzioni e c’è un clima generale difficile. Nel sud c’è solo una cosa da fare: un unico, grande Sharm El Sheikh, dove ci va tutto il mondo in vacanza». Poi continua «è uno dei posti più belli del mondo. Facciamo venire i turisti lì»
Ma come? «Aprirei alle multinazionali che vengano a farlo con enormi agevolazioni fiscali, non gli farei pagare le tasse per dieci anni. L’importante è che assumano tutti italiani, che usino tutti prodotti del made in Italy »

Quanto ai problemi che il progetto Sharm El Sheikh in salsa italiana creerebbe, Farinetti ne vede uno solo: «Il problema per cui (le multinazionali) non vengono ha un nome semplice:mafia. Hanno paura di quello».

Il patron di Eataly, insomma, è fermamente convinto che lo sviluppo dell’Italia passi dall’accoppiata cibo e turismo. «I numeri dicono che potremmo essere il Paese più ricco d’Europa. Ma negli ultimi anni abbiamo commesso degli errori. Da quelli piccoli come le scale mobili negli aeroporti che non funzionano al fatto che il Colosseo chiude inspiegabilmente sempre un'ora prima del tramonto o che i nostri musei non narrano, non c'è scritto niente. Sotto la Venere di Botticelli non c'è scritto niente, in Francia ci sarebbero sei cartelli in tutte le lingue che spiegano tutto»