Pagano dodicimila euro ma l’adozione potrebbe non arrivare mai

Decine di coppie, dopo aver versato 12mila euro all’ente Enzo B Onlus, rischiano di non ottenere mai un’adozione. Si occupa della questione il deputato M5S Scagliusi, vicepresidente della Commissione Permanente dei Diritti Umani

E’ il deputato M5S Scagliusi ad accendere i riflettori sul caso adozioni dall’estero, sollevato nelle ultime settimane da decine di coppie rivoltesi all’ente Enzo B Onlus, con una sede operativa anche nella città di Lecce.

Nel periodo tra il 2011 e il 2013, infatti, le coppie suddette, in possesso del decreto di idoneità all’adozione internazionale si sono rivolte all’ente autorizzato Enzo B Onlus versando un totale di 12mila euro per la “copertura dei costi generali dell’associazione”, lo”svolgimento dell’attività di formazione” e infine, successivamente all’instradamento delle pratiche in Etiopia, paese interessato dalle adozioni, un pagamento corrispondente al 50 percento del cosyto dei servizi resi all’estero.

Nell’ottobre 2013, però, l’ente comunicava ad alcune di loro che le nuove prassi operative intraprese dal Governo etiope avevano provocato il rallentamento delle procedure adottive. La Commissione per le adozioni internazionali con una comunicazione rilasciata il 30 gennaio 2015, ha confermato la situazione descritta. Il punto è che nonostante queste difficoltà operative, l’ente ha continuato ad instradare coppie in Etiopia fino a luglio 2014.

La questione, ora giunta a Montecitorio, è messa a nudo dal deputato Emanuele Scagliusi (M5S), che ha canalizzato le decine di segnalazioni ricevute da parte di decine di coppie italiane in una interrogazione parlamentare indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ad aggravare il quadro già drammatico per quante famiglie vedano inesorabilmente allontanarsi la realizzazione di un’adozione, nonostante i forti sacrifici  compiuti, c’è la proposta dell’ente Enzo B Onlus di avviare le pratiche non andate a buon fine in altri paesi rispetto all’Etiopia. Questo comporterebbe la totale perdita del denaro investito sebbene molti dossier non siano mai stati depositati presso le autorità etiopi o addirittura non abbiano mai lasciato l’Italia.

La forte denuncia di Emanuele Scagliusi(M5S), vicepresidente  della Commissione Permanente dei Diritti Umani: “Tutto questo crea una situazione in cui le possibilità di abbinamento con un minore in stato di abbandono aumentano in base al potere economico delle coppie aspirantimentre ad altre, meno abbienti, viene ostacolata la volontà di rispettare il diritto fondamentale dei minori, ovvero di offrire loro l’opportunità di avere una famiglia permanente”.
Il rischio infatti è che famiglie che abbiano sborsato migliaia di euro vedano definitivamente svanire la loro possibilità di avere un bambino, per via di una mala gestione degli enti responsabili.



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