Papa Pio XII, il Pastor Angelicus nella stampa e nelle dichiarazioni del suo tempo

Salito al soglio pontificio il 12 marzo 1939 col nome di Pio XII, Eugenio Pacelli guidò la Chiesa nei terribili anni della Seconda guerra mondiale.

Uomo e Papa impegnato, spontaneo, avveduto, attento alle problematiche del popolo, del gregge di Dio sulla terra, affidatogli dalla Divina Volontà nella prima metà del Novecento. Pio XII, è stato il Pastor Angelicus. Il suo ruolo, durante la seconda guerra mondiale, ha sollevato e solleva ancora oggi immeritate critiche per il suo presunto “silenzio” sull’efferata persecuzione nei confronti della popolazione ebraica dell’Europa Orientale e Occidentale da parte del nazionalsocialismo.

Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli fu il duecentosessantesimo Papa della Chiesa Cattolica, eletto al Soglio Pontificio il 2 marzo 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Conoscitore attento della cultura, della società e delle tradizioni del popolo tedesco in quanto nunzio apostolico in Germania dal 1917 al 1929, seppe tenere testa ad Hitler cercando, senza un esercito e senza armi, di alleviare le sofferenze del popolo ebraico e vigliando sui cristiani che rischiavano la deportazione nei lager della morte tedeschi e polacchi se si fossero ribellati all’ideologia nazionalsocialista. Hitler stesso voleva deportare Pio XII quando seppe che stava attuando tutte le misure necessaria per salvare la vita degli israeliti perseguitati tant’è che il giornale di New York il “Times”, in un articolo del 1941, scrisse che “La voce di Pio XII è una voce isolata nel silenzio e nella tenebra che in questo Natale avvolge l’Europa… Il Papa si schiera in pieno contro l’hitlerismo”. In alcuni discorsi con i suoi ufficiali, Hitler parlava apertamente di entrare in Vaticano per “sloggiare tutta quella masnada di puttanieri”.

Per confermare ancora quanto Hitler odiasse il Papa, ordinò l’invasione del Vaticano affermando: “Credete che il Vaticano mi metta soggezione? Me ne infischio. Staniamo fuori tutto quel branco di porci, poi ci scuseremo”. Nel libro “Pio XII, Architetto di Pace” si parla di un piano tedesco, denominato “Robot Fohn”, che si sarebbe dovuto attuare nel gennaio 1944. Il piano prevedeva che l’ottava divisione di cavalleria delle ss, travestita da squadristi fascisti, entrasse in Vaticano invadendolo, attuando così l’assassinio del Papa con tutti i cardinali. Il piano menzionava anche la motivazione: “La protesta pontificia in favore degli ebrei”.

Da non dimenticare gli attestati di stima ricevuti da Pio XII, dalle più alte personalità del mondo ebraico, come quello del 10 ottobre 1958, due giorni dopo la morte del Pontefice, quando il rabbino capo di Roma di allora, Elio Toaff, disse: “Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto l’opportunità sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza”. Gideon Hausner, procuratore generale israeliano nel processo contro il tenente colonnello delle ss Adolf Eichmann, dichiarava che “Il clero italiano aiutò numerosi israeliti e li nascose nei monasteri e il Papa intervenne personalmente a favore di quelli arrestati dai nazisti”. E ancora… Il rabbino americano David Gil Dalin disse che “… non fu il Papa di Hitler, ma fu il più vicino agli ebrei nel momento in cui questa vicinanza era importante… Nessun altro Papa è stato così ampiamente lodato dagli ebrei…”.

Questo dovrebbe bastare per far cessare le critiche e ricordare, con immensa stima e gratitudine, un uomo di Dio che si è sacrificato per il bene del prossimo e dell’intera umanità.