“Con Cerrate abbiamo raccolto dall’Amministrazione Pellegrino un’eredità complicata. Era un percorso in salita, ma poi abbiamo capito che c’erano delle soluzioni possibili e le abbiamo percorse. Inoltre, l’Abbazia è un bene che il presidente Ria volle recuperare alla proprietà dell’Ente. Dall’inizio del mandato il nostro obiettivo politico è stato valorizzare i gioielli della Provincia e oggi possiamo affermare che quell’obiettivo finalmente si concretizza”, ha dichiarato il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, in occasione della cerimonia di avvio dei lavori dell’abbazia di Santa Maria di Cerrate svoltasi alla presenza del Vicepresidente del Fai, Marco Magnifico.
“Il Salento ha tante risorse naturali da offrire ai turisti. Noi abbiamo voluto arricchire l’offerta con qualcosa in più, fornendo tra l’altro, piacevole coincidenza, un contributo alla candidatura di Lecce a Capitale europea della Cultura”.
A meno di due anni dall’affido in concessione dalla Provincia di Lecce al FAI – Fondo Ambiente Italiano dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, si aprono i cantieri inerenti i lavori di restauro e valorizzazione del complesso monumentale.
Sono intervenuti, inoltre, la vicepresidente della Provincia di Lecce con delega alla Cultura Simona Manca, l’assessore provinciale al Patrimonio Pasquale Gaetani, il vicesindaco di Lecce Carmen Tessitore, il segretario generale della Provincia Giacomo Mazzeo, il capo di gabinetto Antonio Del Vino, il dirigente del Servizio Edilizia e Patrimonio della Provincia di Lecce Rocco Merico, il dirigente del Servizio Politiche culturali e sistemi museali Massimo Evangelista, il sindaco di Squinzano Mino Miccoli.
Presenti , inoltre, la progettista Daniela Esposito, con il direttore dei lavori Giuseppe Giannini, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento Paul Arthur, i responsabili dell’impresa che opererà l’intervento e numerosi rappresentanti Fai della delegazione leccese, tra cui il capo delegazione Rossella Galante Arditi di Castelvetere e l’ex capo delegazione, l’avvocato Giorgio Aguglia, a cui è stato affidato il compito di svelare il cartello dei lavori posto all’ingresso del bene.
La Provincia di Lecce e il FAI raggiungono così un altro ambizioso obiettivo nel campo della valorizzazione e del rilancio dei beni culturali. I lavori di questo intervento sono stati finanziati con 2 milioni e mezzo di euro che l’Ente di Palazzo dei Celestini è riuscito ad intercettare grazie all’inserimento dell’opera nel Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” (POIn). Ora il FAI, dopo aver già coperto le spese di progettazione per il restauro e la valorizzazione di tutto il complesso, sosterrà, grazie anche al fondamentale appoggio di sponsor privati, le spese dell’ufficio di Direzione lavori, nonché quelle per la progettazione e la realizzazione degli allestimenti e dell’illuminazione.
Il cantiere avrà la durata di un anno esatto e i lavori termineranno il 30 giugno 2015. Una prima inaugurazione è fissata per l’autunno 2015, una volta allestite la Casa monastica e la Casa del massaro.
Durante i lavori di restauro, l’Abbazia non verrà chiusa al pubblico ma, compatibilmente con la sicurezza, si garantirà la visita alla Chiesa di Santa Maria e ai frantoi ipogei e si organizzeranno visite in cantiere per assistere ai lavori. Per luglio ed agosto le visite saranno possibili nelle giornate di sabato e domenica.
Sulla stessa lunghezza d’onda del numero uno di Palazzo dei Celestini la vice presidente con delega alla Cultura Simona Manca: “Il restauro di Cerrate si aggiunge all’altro prestigioso intervento appena avviato dalla Provincia di Lecce e che sarà portato a termine entro un anno: il restauro definitivo dell’ex Convitto Palmieri a Lecce, finanziato con il Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” (POIn), con ben 8 milioni di euro. L’investimento che la Provincia di Lecce sta facendo sul suo patrimonio culturale rappresenta anche un modo per uscire dalla logica del turismo “mordi e fuggi” ed entrare in quella logica del turismo esperenziale, formativo, che lascia al fruitore una consapevolezza maggiore e una conoscenza delle identità locali. Tutti elementi che in altri contesti nazionali hanno generato casi di successo e distretti turistico-culturali di assoluta eccellenza. Infine, voglio evidenziare che l’accordo tra Provincia e Fai è un esempio unico di collaborazione pubblico-privato, tanto da diventare un modello da replicare in altre realtà nazionali”.