
Lo scandalo degli ultras violenti che rovinano il calcio deve finire. Le società dovrebbero isolare le frange esagitate e lo Stato dovrebbe perseguire i teppisti in modo esemplare. Questa vergogna italiana ci ha veramente stancato
Delle due l’una. O si elimina il Calcio o si eliminano le curve. Il gioco più bello del mondo sta rischiando seriamente di trasformarsi in una barbarie che non ammette sconti di alcun tipo.
In questa sede non c’è posto per le interpretazioni sul disagio sociale o sulla psicologia del tifoso, sulla dinamica tensione-scarico o altre pseudo teorie inutili, qui si parla di civiltà, rispetto delle regole, buoni esempi e basta. Tutto il contrario insomma.
Primo: un calciatore deve rispondere solo alla società che lo paga e all’allenatore che lo mette in campo e al massimo ai suoi genitori se è bene educato, ma non certamente al tifoso della curva che pretende di avere un ruolo di primo piano e che pretende di dare indicazioni o di contare qualcosa. Secondo: la forze dell’ordine dovrebbero avere la capacità di controllare bene chi entra negli stadi e cosa si introduce all’interno.
Terzo: lo Stato una volta individuato un teppista travestito da tifoso dovrebbe fargli passare una volta per tutte la voglia di fare il mestiere del teppista e certamente impedirgli a vita di affacciarsi in mezzo alle famiglie che vanno a tifare con i figli.
Quarto: i tifosi di qualsiasi ordine e grado devono essere considerati solo e soltanto semplici ospiti, ben accetti perché paganti, ma sempre e soltanto spettatori. Non protagonisti dello spettacolo. Questo per evitare la deriva esibizionistica che scatena la violenza e l’effetto emulazione.
Da ultimo, lo Stato italiano si vergogni un po’; se non gli riesce di avere ragione di quattro scellerati come può pensare di sanare il debito pubblico e rilanciare l’occupazione?
Credibilità zero.