Le grandi persecuzioni: cristiani, indiani d’America, ebrei. Gli orrori della Storia dell’Uomo non hanno età

Milioni di innocenti massacrati per motivi ideologici, religiosi ed economici. I casi più emblematici, ma non certamente gli unici.

Come ha brillantemente ricordato nei giorni scorsi lo storico salentino Donato Maglio, il Giorno della Memoria comincia il 27 gennaio e deve durare tutto l’anno. La tragedia dell’Olocausto degli Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale richiama altre devastanti persecuzioni che si sono risolte con la morte di milioni di innocenti, barbaramente massacrati per odio, per vendetta, o più semplicemente per discriminazione, talvolta anche per difendere interessi di parte.

È il caso del genocidio degli indiani d’America, i primi abitatori del nuovo continente, i veri scopritori delle Americhe. Combattuti, ghettizzati, annientati dalla pretesa di espansione e progresso degli Europei. Dal 16° al 19° secolo la quasi totalità dei pellerossa che vivevano tra Canada, Stati Uniti e Messico furono sterminati prima e rinchiusi nelle riserve poi.

Se quella degli Indiani fu una tragedia consumata sul terreno della frontiera americana per ragioni principalmente politiche ed economiche, la persecuzione dei cristiani nei primi secoli dell’omonima era fu più simile allo sterminio nazista degli ebrei, fondata insomma su mistificazioni ideologiche e odio religioso. Ma anche qui vi erano precise motivazioni politiche: gli imperatori romani erano terrorizzati dall’arrivo di una credenza che predicava l’amore e la fratellanza universali, abbattendo potere e ricchezza.

Uomini, donne, bambini furono uccisi tramite la condanna ad bestias, mandati a morire con sofferenza nei circhi e negli stadi, divorati da tigri e leoni affamati, o più semplicemente crocefissi lungo le principali vie dell’impero romano.

La memoria ha bisogno di nutrimento per mantenersi viva, perché se muore certi orrori possono ripresentarsi.



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