Forex: analizziamo gli effetti dell’inflazione sul mercato valutario

Ogni giorno moltissime persone, a partire dal più piccolo investitore per arrivare fino alle più importanti istituzioni finanziarie, smuovono volumi intorno ai 6000 miliardi

Ogni giorno moltissime persone, a partire dal più piccolo investitore per arrivare fino alle più importanti istituzioni finanziarie, smuovono volumi intorno ai 6000 miliardi

In questo particolare periodo sono tanti i fattori che stanno incidendo sulla vita delle persone, con effetti evidenti anche a livello economico e sui mercati finanziari. Sullo sfondo ci sono la pandemia e la guerra, che si stanno trascinando ormai da diverso tempo, causando danni di ogni tipo, ma non bisogna dimenticarsi dell’inflazione, che ormai da diversi mesi continua a correre, toccando livelli che non si vedevano da decine e decine di anni.

Ovviamente la fiammata dei prezzi si è fatta sentire anche in ambito forex. Sul mercato valutario per molte settimane di fila il dollaro statunitense ha fatto la voce grossa, guadagnando terreno praticamente su tutte le altre valute principali e mettendo nel mirino la parità con l’euro. In questi ultimi giorni però le cose sono cambiate: forse è ancora presto per parlare di inversione del trend, ma la moneta unica sta finalmente mostrando dei segnali di ripresa.

Le migliori piattaforme per investire sul forex

Ogni giorno moltissime persone, a partire dal più piccolo investitore per arrivare fino alle più importanti istituzioni finanziarie, smuovono volumi intorno ai 6000 miliardi di dollari. Ovviamente il mercato valutario è frequentato anche da una schiera di trader, sempre pronti a sfruttare le continue oscillazioni dei cambi.

Per poterlo fare vengono utilizzate le piattaforme di negoziazione dei broker online. Molti intermediari, infatti, permettono di investire sul mercato valutario. Per capire qual sia il miglior broker forex è importante analizzarne le singole caratteristiche: qualità della piattaforma, strumenti disponibili, coppie di valute negoziabili, costi. Tra le soluzioni più apprezzate dai trader troviamo FP Markets, eToro, Capital.com, Trade.com. IQ Option, AvaTrade e Plus500.

La reazione del mercato valutario all’inflazione: dollaro sempre più forte

Nei mesi passati ci siamo quasi abituati ad un unico scenario: il dollaro che si rafforza, mentre le altre valute (persino lo yen) si indebolivano. L’euro ha toccato anche i suo minimi degli ultimi cinque anni, affossato dall’inflazione e dai timori sulle ricadute che la guerra in Ucraina potrebbe avere sull’economia del Vecchio Continente. L’andamento è stato questo per così tanto tempo che sempre più investitori e sempre più analisti erano convinti che si potesse arrivare alla parità.

Ma questa settimana qualcosa è cambiato ed il dollaro ha iniziato a rallentare la sua corsa e a perdere un po’ di terreno. C’è un nuovo sentiment sul mercato valutario: gli investitori hanno ripreso coraggio e stanno ricominciando a puntare su valute più rischiose del biglietto verde, che dopo aver toccato i suoi massimi degli ultimi venti anni sta perdendo terreno. Nel forex, il cambio EUR/USD si è riportato al di sopra di quota 1,05.

Le previsioni: un nuovo sentiment rilancia l’euro e le altre valute?

Ma quali sono i motivi che hanno portato a questo cambio di visione da parte del mercato? Il tutto può essere ricondotto alle dichiarazioni di Klaas Knot: il consigliere della Banca Centrale Europea ha detto che la BCE sarebbe pronta a ritoccare verso l’alto i tassi di interesse, aumentandoli di 25 punti percentuali. Ma Knot ha aggiunto anche che non è escluso un intervento più consistente nel caso in cui l’inflazione dovesse crescere ancora ed andare oltre le aspettative.

Ma il dollaro non perde solo nei confronti della moneta unica: l’indice che misura la forza del biglietto verde nei confronti delle altre valute più importanti ha perso più dello 0,7%. Gli importanti dati sul mercato del lavoro hanno spinto verso l’alto la sterlina; sale bene anche il dollaro australiano, mentre lo yuan cerca di riprendersi dopo la lunga discesa che da metà aprile ad oggi lo ha svalutato del 7%. Ad ogni modo il dollaro resterà la forza trainante per il resto dell’anno, anche perché la Fed deve ancora mettere in atto i suoi interventi di inasprimento monetario.



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