‘La vita bbi sta spetta’, scene di un matrimonio nel Salento in versi di Miriam Perrone

L’amore e il matrimonio nella società salentina di ‘cumpari’ e ‘cummari’ che dominano l’aia e il cortile dopo giornate di lavoro fuori casa e tra le mure domestiche

Nella consueta filastrocca della domenica Miriam Perrone torna su un tema che le sta particolarmente a cuore e che spesso si ritrova nelle sue pagine, quello dell’amore inteso come sentimento che fa sfondo e cornice alla società contadina e ai suoi riti. Quella società di ‘cumpari‘ e ‘cummari‘ che dominano l’aia e il cortile dopo giornate di lavoro fuori casa e tra le mure domestiche. Quella società di giovani fidanzati che per costruirsi il loro futuro devono prima nascondersi dagli occhi severi delle famiglie per poi presentarsi alla luce del sole, in maniera più convinta e talvolta con lo sgurado basso di rispetto.

Nella poesia di oggi la scena di un matrimonio: lo sposo tronfio di gioia che aspetta sull’altare la sua donna che arriva accompagnata dal padre pensieroso, felice della felicità della sua ‘bambina’ ma al tempo stesso triste per averla ‘persa’ dalla quotidianità familiare. Un quadro sbiadito dal tempo che le parole di Miriam Perrone sanno restaurare facendo venire alla luce i veri colori.

È rriatu lu giurnu pe tie
mamma e socra cu le mani ie.
Lu futuru sposu
nu carusu bellu e pumposu.
La vita bbi sta spetta
lu destinu bbe data retta.
Abitu tuttu biancu
e sirda, pinsirusu,
cu la manu sullu fiancu.
Sta pensa
ca te tie a fare senza.
Na uce te lu largu
nni rita:auguri cumpare!
Cu passi lienti
la ccumpagnava all’artale.
Disse do parole,
prima te lu prete: ulitibbe bene!
intra le gioie e intra le pene…

Traduzione
È arrivato il giorno per te,
mamma e suocera con le mani vive.
Il futuro sposo
un giovane bello e gioioso.
La vita vi aspetta,
il destino vi ha dato retta.
Abito tutto bianco
e tuo padre, pensieroso,
con la mano sul fianco.
Sta pensando al fatto che ora
dovrà fare a meno di te.
Una voce da lontano
grida: “Auguri, compare!”.
Con passi lenti
la accompagnava all’altare.
Disse due parole,
prima di quelle del sacerdote: “Voletevi bene!
nella gioia e nel dolore!”.

Foto di copertina: Eby Manca



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