Selvaggia Lucarelli contro la mamma di Giorgia Pagano: «Chiede soldi, ma non vive nella miseria»

Selvaggia Lucarelli punta il dito contro Elisa, la madre di Giorgia Pagano, accusata di chiedere soldi anche se riceve tutto l’aiuto “milionario” dalla Asl Pugliese che paga le cure mediche della Stellina di Berdon e non solo.

Non è la prima volta che Selvaggia Lucarelli accende i riflettori sulle raccolte fondi, per aiutare bambini e persone malate o in difficoltà. Lo ha fatto con Paolo Palumbo, il ragazzo con la passione per la cucina che aveva scoperto la sclerosi laterale amiotrofica quando aveva deciso di capire come mai non riusciva più a tenere in mano una padella. Lo ha fatto con mamme e papà a cui ha chiesto una rendicontazione dettagliata di come vengono spesi i soldi chiesti a milioni di sconosciuti.

Piena di buchi, secondo la giornalista e scrittrice, è anche la storia di Giorgia Pagano, la stellina di Berdon come il nome della malattia rara che le ha impedito di mangiare fin da quando era bambina. Il Salento non ha mai lasciato sola la famiglia in questi anni difficili, aveva sempre fatto il tifo e abbracciato mamma Elisa durante i viaggi per dare una speranza alla piccola, dopo il trapianto multi-organo all’ospedale di Pittsburgh che le ha salvato la vita e le complicazioni “previste” per chi subisce un intervento così delicato a 11 anni e “inaspettate” che avevano costretto Giorgia a tornare in Ospedale più volte. L’ultima in questi giorni.

Sulla pagina Facebook da migliaia di follower, Elisa condivide passo dopo passo la quotidianità di sua figlia, sia per tenere informate gli zii e le zie virtuali di Giorgia, sia per aiutare altre famiglie in difficoltà.

E allora come mai è finita sotto i riflettori della Lucarelli tanto che sono stati chiesti lumi alla Asl pugliese? Forse è necessario fare un po’ di chiarezza. La giornalista non mette in dubbio la malattia della bambina, ormai adolescente, ma punta il dito contro la raccolta fondi che Elisa ha lanciato a nome della figlia. Andiamo con ordine.

Elisa con Giorgia e Jody hanno dovuto lasciare il Salento per trasferirsi in America che, all’epoca, rappresentava come una sorta di ultima spiaggia per la bambina. Fatto confermato anche dall’assessore alla Sanità, Rocco Palese, dal direttore del Dipartimento al ramo, Vito Montanaro, dal direttore generale della Asl di Lecce, Stefano Rossi e dal coordinatore del Centro Regionale Trapianti, Loreto Gesualdo che, in una nota, hanno cercato di rispondere alla richiesta di chiarimenti sollevata dalla giornalista.

«La complessità del caso richiedeva l’identificazione di un centro altamente specializzato nel campo del trapianto multiviscerale. E, tra questi, il Children Hospital dell’Università di Pittsburgh risultava essere un centro di riferimento mondiale per questo genere di interventi, ancor più delicato nel caso specifico trattandosi di una bambina. All’epoca, i trapianti di questo tipo in Italia non venivano eseguiti e, comunque, la complessità del caso non era gestibile nel nostro Paese, ma solo in pochissimi centri al mondo. Pertanto il sistema sanitario pugliese, previo parere tecnico favorevole espresso dal Centro Nazionale Trapianti, ha autorizzato la bambina ad essere iscritta in lista di attesa per questo trapianto e ha adottato tutte le scelte che hanno consentito alla stessa di essere operata, curata e assistita e, quindi, di sopravvivere sino ad oggi, contro ogni previsione».

Tutto quello che andava fatto dal punto di vista sanitario per salvare la vita della bambina è stato fatto, hanno scritto, aggiungendo che si tratta di un punto di orgoglio.

Secondo la Lucarelli, però, Elisa ha continuato a chiedere soldi pur potendo contare sul sostegno della Asl che paga vitto e alloggio (fino a un massimo di 9mila euro al mese), l’assicurazione sanitaria per la madre e per il figlio Jody per un totale di 22mila euro all’anno e, ovviamente, tutte le spese milionarie per la figlia Giorgia sono pagate direttamente al Children Hospital di Pittsburgh, sempre dalla Asl. «Il conto ad agosto 2021 superava gli 8 milioni di dollari. Sia ben chiaro: i costi della sanità americana sono altissimi, ma rimane il fatto che la regione ha sborsato cifre astronomiche che la signora conosce bene» scrive la Lucarelli in un lungo post.

Come chiarito anche dalla scrittrice e come è scritto anche sulla pagina Facebook ufficiale, la raccolta fondi serve per tutte le spese non sanitarie, ma l’affitto è totalmente rimborsato come viene coperta la spesa per vivere in America. Da qui, il dubbio di Selvaggia su quali siano queste necessità economiche tali da richiedere denaro, anche attraverso le ormai famose stelline o il 5×1000 potendo contare su altre entrate come l’assegno di mantenimento dei padri dei suoi due figli e l’incasso da Facebook per le visualizzazioni e la pubblicità.

Ma su questo la Regione, come si legge nella nota, non può fare i conti in tasca a Elisa. «Si sottolinea – si legge – che i controlli delle strutture regionali preposte attengono solo ai pagamenti delle prestazioni sanitarie e alla diaria prevista da apposita delibera (in linea con la normativa nazionale) per consentire la permanenza del nucleo familiare negli Stati Uniti. L’utilizzo da parte dello stesso nucleo familiare di eventuali finanziamenti privati da loro procurati non può essere oggetto di verifiche da parte della Regione Puglia e solo l’autorità giudiziaria può verificare l’eventuale sussistenza di irregolarità relativamente ad essi».

Fatto è che, per la Lucarelli, la signora si trova a gestire grosse somme di denaro e continua a chiedere denaro. «Se volete continuate pure a donare soldi, ma che almeno la Regione Puglia cerchi di capire meglio come stanno le cose, perché questa montagna di soldi è una montagna di soldi di tutti. Anche dei cittadini pugliesi. E comunque, a prescindere da tutto, per chi dona deve essere chiara una cosa: la signora non vive in miseria» scrive Selvaggia Lucarelli.



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