Quanto accaduto nella discoteca di Corinaldo, dove sei persone sono morte schiacciate dalla calca mentre tentavano di fuggire dal locale dopo che qualcuno aveva scatenato il panico con uno spray al peperoncino avrebbe dovuto insegnare qualcosa.
La lezione che è costata la vita a cinque adolescenti e ad una mamma che aveva accompagnato la figlia di 11 anni al concerto del trapper Sfera Ebbasta doveva far capire che alcune tragedie si possono evitare. E che la sicurezza durante gli eventi che si preannunciano un successo non dovrebbe essere tralasciata in nome del business. Per questo la disavventura raccontata da alcuni ragazzi salentini lascia l’amaro in bocca e il solito refrain “solo il caso ha voluto che non sia successo nulla”.
I fatti
Nel mirino di chi ci ha segnalato l’accaduto è finita l’organizzazione di un evento nella notte più attesa dell’anno. Talmente riuscito che il numero delle persone che hanno partecipato è stato superiore ad ogni più rosea aspettativa. Peccato che la location scelta – una nota sala ricevimenti a pochi chilometri da Lecce – non fosse adatta ad ospitare così tanta gente. Non c’è stato nulla, stando alle segnalazioni giunte – che abbia funzionato: dai parcheggi allo svolgimento della serata che è costata più di 500 euro ad un gruppo di ragazzi che, con largo anticipo, aveva acquistato le prevendite.
Capitolo parcheggi
Molte, moltissime le persone – come si legge anche sulle recensioni – che non sono riuscite ad arrivare al locale. Come si sia creato il caos è semplice: qualcuno, che si riteneva più furbo, stanco della fila di auto che si era creata ha lasciato la macchina dove capitava, creando un ingorgo difficile da gestire.
«Siamo rimasti per quasi due ore in una situazione di stallo – ci raccontano – non si poteva andare né avanti, né indietro. Verso le 3.00 siamo riusciti ad uscire dal vialetto, dove eravamo bloccati, e ci siamo diretti, come qualcuno ci aveva consigliato, verso un parcheggio dove avremmo trovato sicuramente posto e una navetta che ci avrebbe portato all’evento». L’attesa alla fine è stata ripagata? Macché. Della “navetta” non c’era ombra. I malcapitati hanno atteso fino alle 4.00, quando ormai stanchi e provati dalla trafila hanno deciso di tornare a casa.
La serata
A chi era riuscito ad arrivare all’ingresso non è andata meglio. File interminabili fino a notte inoltrata, gente ammassata ad un passo dal perdere la pazienza e freddo. Insomma, non si riusciva ad entrare. E chi aveva superato l’ardua impresa pare non sia riuscito divertirsi. Le persone erano tante, troppe, tanto da rendere lo spazio ristretto. «Passi la disorganizzazione per i parcheggi e le navette, passi che con tutta quella gente il traffico e le attese sono normali, ma prevedere delle importanti misure di sicurezza per eventi del genere è un obbligo su cui non si può discutere! Se qualcuno si fosse sentito male probabilmente oggi non sarebbe vivo», accusano.
«Il Capodanno peggiore della mia vita». Il coro di chi ha trascorso la serata in auto dopo aver pagato è unanime.
Il proprietario della struttura, dal canto suo, cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche sottolineando di aver organizzato soltanto il cenone e di aver dato in affitto la struttura per la festa successiva, ma ora è accanto al suo nome che si scorrono decine e decine di recensioni negative.
