Blocco della prescrizione per tutti i reati dopo la sentenza di primo grado, qualsiasi sia il suo esito. È il discusso emendamento al Disegno di legge anticorruzione presentato dal Movimento Cinque Stelle.
«La giustizia non ha una data di scadenza» aveva dichiarato il guardasigilli Alfonso Bonafede a margine di un incontro a San Giuliano di Puglia, in Molise, dove sedici anni fa, nel crollo di una scuola, hanno perso la vita 27 bambini e una maestra. «Non voglio più sentire i racconti delle famiglie che si presentano di fronte a un giudice il quale è costretto a dir loro che il reato è caduto in prescrizione» aveva concluso.
Penalisti in stato di agitazione
Si è discusso tanto sui pro e sui contro dell’emendamento al decreto “spazza corrotti”. Per l’Unione Nazionale delle camere penali e con essa la Camera Penale di Lecce, l’abolizione dell’istituto della prescrizione in materia penale, che ha origini antiche, darebbe luogo ad «una pendenza teoricamente infinita».
«Neppure il cittadino assolto in primo grado potrebbe ritenersi tranquillo – si legge – perché l’eventuale appello del Pubblico Ministero manterrebbe l’imputato assolto sotto processo a tempo indeterminato, in totale disprezzo dei principi del giusto processo e della sua ragionevole durata sanciti dall’art. 111 della Costituzione, nonché dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo».
Non solo, la riforma è stata concepita senza alcun confronto con l’Avvocatura, con la Magistratura o con il mondo accademico.
«Il Ministro – si legge nella nota a firma dell’avvocato Silvio Verri, Presidente della Camera Penale di Lecce – invece di inseguire il facile, ma effimero consenso, pensi ad occuparsi di una riforma organica del processo penale che garantisca la certezza della durata delle indagini preliminari e del processo, ed ancora di edilizia giudiziaria, di potenziamento degli organici, di riforma dell’ordinamento penitenziario, sempre coinvolgendo gli Avvocati, che dovrebbero essere i suoi primi interlocutori, insieme ai Magistrati».
In ogni caso, i penalisti leccesi, insieme ai Colleghi di tutta Italia, sono pronti a dare battaglia per contrastare la riforma e difendere i diritti costituzionali dei cittadini.
