Estate finita, si torna sui banchi… suona la campanella per il primo giorno di scuola

Per molti studenti è tempo di archiviare l’estate e rispolverare zaini e libri. Con il primo suono della campanella ricomincia la scuola. Per altri appuntamento il 16 settembre

Che l’estate sia ormai agli sgoccioli lo si legge chiaramente sul volto di bambini e adolescenti. Il sorriso raggiante come il sole di agosto ha lasciato il posto ad un’espressione corrucciata e quasi triste. E quando provi a chiedere spiegazioni la risposta è sempre la stessa: si torna a scuola! Riaprire libri e quaderni, svegliarsi presto, sedersi tra i banchi e ricominciare una routine fatta di lezioni, compiti e interrogazioni non è facile dopo tre mesi di vacanza, ma il primo giorno, il primo suono della campanella resta sempre qualcosa di emozionante. C’è chi lo sentirà per la prima volta, chi è già abituato alla trafila, chi sa che dovrà ascoltarlo per solo un anno, l’ultimo.

Il primo giorno di scuola è un momento magico, ricco di emozioni contrastanti: eccitazione per le nuove esperienze, un pizzico di ansia per l’ignoto, e la nostalgia delle vacanze appena trascorse. Sia che tu sia un bambino, un adolescente o un genitore, questo giorno segna l’inizio di un nuovo capitolo.

Per tutti è un giorno particolare. Per gli insegnanti che devono affrontare nuove sfide, per i genitori che scavano tra i ricordi per far affiorare immagini e profumi che il tempo può solo sbiadire, ma non cancellare e per gli studenti che almeno per un po’ porteranno nello zaino la nostalgia dell’estate finita troppo presto.

Il primo giorno di scuola è quello che, insieme all’ultimo, si ama di più. È come una ripartenza, con tante aspettative e desideri, appuntati sul diario tra i compiti e le confidenze, tante promesse. I libri che pesano nelle cartelle, le merende portate da casa, i banchi sui quali stare composti, i compagni che sono diventati amici con cui scambiarsi bigliettini clandestini all’ombra delle spiegazioni dei prof o alleati, in caso di compiti in classe.

Come diceva Albert EinsteinNon considerare mai lo studio come un dovere, ma come un’invidiabile opportunità“. E allora buon anno.



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