Primo maggio, festa dei lavoratori che il lavoro non lo hanno

Sarà un primo maggio all’insegna del concertone di Roma, della gita fuori porta. Sarà una festa dei lavoratori, giovani e meno giovani, che il lavoro faticano a trovarlo o peggio lo hanno perso.

Il Primo maggio è un giorno di festa. Festa, intesa come l’occasione di svegliarsi un po’ più tardi, di leggere il giornale, di programmare una gita fuori porta e perché no, visto che quest’anno il calendario lo permette, un viaggio in qualche città d’arte italiana o capitale europea. Sono stati tanti gli italiani che hanno approfittato di questo lungo weekend per staccare la spina.

Primo maggio è anche il giorno del concertone di Roma, promosso dai sindacati Cgil-Cisl e Uil, che dal 1990 trasforma la splendida Piazza San Giovanni in Laterano in una grande manifestazione a cielo aperto.

Primo Maggio, giorno della festa dei lavoratori, data in cui tutto il mondo ricorda le battaglie operaie per la conquista, non solo di migliori condizioni lavorative, ma di una vera e propria dignità umana. Una ricorrenza sentita e celebrata da tutti anche se in pochi sanno che la sua origine deve essere ricercata negli Stati Uniti, alla fine del diciannovesimo secolo. L’anno è il 1884 e la città è Chicago. Non la New York del 1911, non la risposta al rogo della fabbrica di Triangle Shirtwaist, dove morirono 146 donne, italiane e ebree, perché chiuse dentro dai padroni.

Chicago, “macelleria del mondo” per via dei mattatoi e “granaio d’America” per via delle praterie del MidWest, era in agitazione. Lo erano le migliaia di lavoratori immigrati che lavoravano in condizioni immaginabili: la media era tra le dodici e le sedici ore lavorative al giorno. Il malcontento fu guidato dalla Federation of Organized Trades and Labor Unions, che chiedevano che dal 1 maggio del 1886 le ore lavorative fossero abbassate a otto, pena scioperi generali. Il primo maggio manifestarono tra le 30 e le 40 mila persone, una folla consistente per l’epoca. Nei giorni successivi ci furono scontri tra operai dentro e fuori la fabbrica, e due morti, uccisi dalla polizia.

Primo Maggio è anche un’opportunità di riflessione. Il lavoro manca, tarda ad arrivare, i disoccupati aumentano. Cosa c’è da festeggiare quando le famiglie non riescono ad arrivare a fine mese? Quando gli uomini che non riescono più a mantenere mogli e figli si caricano di preoccupazioni, di ansie, di stress?

Insomma, per alcuni è una giornata di vacanza, per altri una giornata di rivendicazioni, per altri ancora un giorno dedicato alla musica. Qualunque cosa sia, se è una giornata per riflettere va bene sempre.