A mezzogiorno in punto i comandanti delle navi attraccate nei porti di tutto il mondo daranno l’ordine di suonare le sirene di bordo per ricordare il contributo dato dagli “uomini di mare” nella vita economica e sociale del pianeta. Non a caso, la data scelta per questo concerto a distanza – come impone la pandemia che non ha risparmiato il mondo degli armatori costretto ad affrontare le difficoltà causate dal Coronavirus – è quella del primo maggio, la festa dei lavoratori. A lanciare la singolare idea è l’Ics – International Chamber of Shipping (Organizzazione Mondiale dello Shipping) che, in questo modo, ha voluto accendere i riflettori sui 150mila marittimi ‘intrappolati’ in mare dal Covid19 che ha fermato i cambi di equipaggio. Un numero destinato ad aumentare se le restrizioni di viaggio non saranno allentate. Suonare le sirene diventa, quindi, un saluto ‘simbolico’ per questi eroi mai citati.
L’inziativa è stata subito abbracciata anche dalla Guardia Costiera. Il Corpo delle Capitanerie di porto, come segno di vicinanza al mondo dello shipping e a tutti i lavoratori del mare che svolgono un lavoro duro e impegnativo a sostegno del Paese, ha deciso di aderire all’iniziativa invitando i propri Comandi, sparsi lungo gli 8.000 km di costa, a far sì che le dipendenti Motovedette, in servizio nella giornata del 1° maggio, suonino le loro sirene alle ore 12:00 locali, all’unisono con quelle delle unità mercantili.
«A tutti loro che trascorrono la propria vita lontano dagli affetti, in questi giorni così difficili, va il nostro pensiero, la nostra vicinanza». Con queste parole il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino, ha voluto esprimere la solidarietà di tutti gli uomini e le donne della Guardia Costiera agli equipaggi delle navi mercantili che, soprattutto in questo difficile periodo, sono costretti a lunghe permanenze a bordo.
